venerdì 25 dicembre 2015

DIALOGO DEL FUTURO E DI UN POSITIVISTA

IL FUTURO: “Devo dire che lei, signor Positivista, è veramente un bravo professore.”
POSITIVISTA: “Grazie, Futuro. Le assicuro che è fin troppo cortese nel valutare il mio operato.”
IL FUTURO: “I miei figli mi hanno riferito che il suo modo di esporre la matematica è veramente chiarissimo. Pensi che, giusto la scorsa settimana, ho scoperto che uno di loro stava tentando di risolvere un esercizio non assegnato dall'insegnante.”
POSITIVISTA: “Magnifico! È fantastico che esistano studenti come suo figlio: c’è sempre una speranza di migliorare i risultati conseguiti dai maestri. Specie dei miei.”
IL FUTURO: “Ah ah ah! Non sapevo avesse anche un grande senso dell’umorismo!”
POSITIVISTA: “Veramente, non intendevo ironizzare sulla questione: i suoi figli, signor Futuro, sono una cosa estremamente seria.”
IL FUTURO: “Lei sia serio, signore mio! Lei e i Maestri Antichi siete quanto di più raffinato la nostra cultura possa offrire: avete un dono che nessuno di noi potrà mai avere.”
POSITIVISTA: “E quale sarebbe questo ‘dono’?”
IL FUTURO: “Be’, mi stupisce che lei me lo chieda: siete ‘portati’ per ciò che studiate.”
POSITIVISTA: “Non capisco cosa intenda.”
IL FUTURO: “Non si prenda gioco di me, signor Positivista. Molti suoi colleghi ritengono che la mente di alcuni individui sia già predisposta all'apprendimento e che, ad essi, determinati concetti appaiano semplici quanto per una Persona Normale lo sono aspetti quotidiani come orinare, defecare ed accoppiarsi.”
POSITIVISTA: “Posso concederle il fatto che alcune Menti siano predisposte ad apprendere con meno difficoltà di altre, e dunque avere più tempo di altre per Creare qualcosa di nuovo. Ma ciò non significa che molti di Noi non abbiano dovuto applicarsi per anni prima di arrivare a qualche vago risultato: io stesso, per capire il basilare concetto di limite matematico (che è comunque un potente ma passeggero strumento matematico, intuito trecento anni fa ma formalmente definito solamente cent’anni dopo, e che sicuramente sarà superato tra qualche migliaio di anni) ho impiegato tre lunghi anni. Le assicuro che se i suoi figli si applicassero sei ore al giorno per dieci anni ad un determinato compito, in esso eguaglierebbero molti Maestri Antichi di quella stessa arte.”
IL FUTURO: “E come prenderebbero la rinuncia ai giochi e alla televisione, secondo lei? Lei vive di strane idee: non deve sopportare i loro capricci e le liti in casa.”
POSITIVISTA: “Touché. Ma le assicuro che l’entusiasmo e la sicurezza che traspaiono dagli occhi dei suoi figli quando riescono a risolvere un’equazione di secondo grado potrebbero leggersi, un giorno, negli occhi di un Grande Uomo.”
IL FUTURO: “Scusi, cosa intende con Grande Uomo?”
POSITIVISTA: “Vede, grazie ai Maestri Antichi, oggi si può disporre di molteplici possibilità soddisfattibili, che un tempo erano ambizioni anche per i più potenti tra gli uomini. Tra queste, per ciascuno si annida un’occasione di essere felice; naturalmente, questa occasione costa qualche sacrificio in termini di tempo ed altre possibilità che vengono scartate. Un Grande Uomo è una persona a cui questa abbondanza non è venuta a noia, e che si è preso il rischio di scegliere.”
IL FUTURO: “Una quantomai bizzarra filosofia, la sua. Interessante, certo, ma si assicuri semplicemente che i miei figli non debbano essere rimandati: io e mia moglie, la signora Storia, la paghiamo per questo servizio.”

Hirohito

mercoledì 16 dicembre 2015

Una nuova speranza

Sono passati novant'anni da quando gli antidemocratici hanno preso il potere nella Galassia.
Legioni di Body Builder seguono i loro Ras sui pianeti fatti belli dalla guerra perenne.
Enormi Mr Olimpia proteggono all'ombra dei loro trapezi artisti e musici: tutta la forza lavoro è impiegata nella costruzione di capolavori di dimensioni ciclopiche che fanno venire il cazzo duro allo spirito.
L'educazione del fanciullo è divisa tra musica e ginnastica: per passare all'età adulta vengono abbandonati nel bosco nudi e devono sopravvivere incantando con la lira le belve feroci.
Le donne sono tutte fighe e fatali.
La moneta sono le sigarette. 
IL VIZIO IMPERA NELLA GALASSIA, IL LIBRO SACRO SONO 'LE 120 GIORNATE DI SODOMA' DI DE SADE E TUTTO È PERFETTO.

Alcuni uomini, però, nascosti sul piccolo asteroide AnnaFrank9, tramano per far tornare la democrazia nella Galassia. Cavalcano abomini chiamati Eleffattoli: piccoli elefanti che mangiano noccioline e scorrazzano su piccole sequoie rachitiche. Loro sono piccoli e giusti, dividono il cibo e chiedono sempre scusa. Sulle loro braccia hanno tatuaggi temporanei con il loro motto: 'Anche i deboli meritano di vivere'...


Giorno 5 del mese dello Squat dell'anno 90 dell'era antidemocratica.

Una legione di democratici a cavallo degli eleffattoli si prepara a dare battaglia alla Centuria di Enorme I re dei Grossi. 
Scendono dalle loro cavalcature e si mettono a suonare la chitarra: prima canzone la Canzone del Sole, poi, a ritmo di bonghi, iniziano a dire:
'Con la violenza non si risolve niente evviva evviva l'amor'.
Intanto il popolo dei Grossi ammazza con i loro portentosi sputi gli eleffattoli, disgustati nel vedere l'immagine della più nobile delle creature, il Pachiderma, ridotta a bestemmia.
I ribelli continuano a suonare. Adesso: Blowin' in the wind.

Enorme I:- Popolo dei Grossi, so che è imbarazzante per voi condurre questa carica contro il rigurgito di AnnaFrank9, ma qualcuno deve pur farlo!
Il popolo dei Grossi risponde con un urlo un po' annoiato.
I democratici vengono fatti a pezzi.

Antonio De Oliveira Salazar
  





lunedì 16 novembre 2015

Sul perché abbiamo sparato al Bataclan

-Iniziamo dal'inizio: cos'è l'antidemocratico?
-L'antidemocratico è il 'Bestia Dio' che ti esce quando prendi con il mignolino del piede lo spigolo; solo che 'ti' è riferito a Dalì e lo spigolo ad Amanda Lear.
-Ora... perché l'avete fatto?
-Cosa?
-Attentati di Perigi.
-Non diamo giustificazioni.
-Chiederò al resto della redazione.
-Chieda, chieda... Prometeo le dirà che l'unica cosa che merita la salvezza dall'Incendio Del Tutto è Cro Cop in sella a un rinoceronte bianco, Il Vecchio le metterà un dito nel caffè.
-e...
-e?
-Il Ruhollah?
-Non ha più niente da dire.
-Serio?
-Già.
-Quindi?
-Cosa?
-Perché l'avete fatto?
-C'è un problema di fondo in Europa. Non succede niente. Siamo riusciti a creare il vuoto anche intorno alla Figa. Viviamo con le regole di un parco giochi delle elementari: Non sporcate, Non litigate, Fate la pace subito! Sapere che puoi morire anche bevendo il tuo frullato di sedano venuto su a forza di bacini di bambini down ti fa capire che non sei ancora morto.
-Avete quindi sparato per dare una scossa?
-NON MI SEMPLIFICHI. Abbiamo sparato per noia.
-Avete sparato perché non sapevate che fare, quindi?
-Lei ha mai pensato che potrebbe passare la vita saccheggiando città dell'Asia centrale?
-No
-Eh!
-Eh cosa?
-Cosa vuole dire?
-Niente.
-Altri motivi ideologici?
-Il punk non è morto.
-Prima parlava di Noia.
-In Europa abbiamo il pendolo Dolore Noia fermo nello stato Noia. Per cavarcelo dei coglioni ci siamo narcotizzati. 'Pusher hai un altro po' di zapping per me?'. Voglio tornare all'Epoca Eroica in cui si combatteva tutti i giorni con la Noia fissandola negli occhi. Semplicemente...
-Perché nel suo studio c'è un down nudo che si masturba.
-Quando lo vedo mi ricorda le cose che mi dimentico, come un nodo in un fazzoletto.
-Tipo?
-Che devo organizzare il genocidio dei baschi.

Antonio De Oliveira Salazar 

giovedì 29 ottobre 2015

La donna come Mosin-Nagant.

Andrea Sperelli aveva in braccio il fucile a canne mozze.
Andrea Sperelli aveva in braccio Elena Muti.
L'arma bellissima, dalla pelle liscia, stracciava rose sul tappeto.
Sperelli la puntava fermo, con il grilletto sotto il dito, contro le giornate.

LA VITA È UN'AGONIA TRA DOLORE E NOIA.

Alcuni riescono a farci qualcosa. Sono i Punk e Gesù Cristo.
Alcuni semplicemente vanno avanti per inerzia.
Altri stanno seduti a sparare con Elena Muti in braccio alle giornate.


Antonio De Oliveira Salazar

sabato 26 settembre 2015

I negri sono peggio degli asparagi.

Budapest, 26/09/15

János Áder in cattedra.
-... cosa ne pensa del recente afflusso di immigrati in Europa?
-Vorrei ci fossero più sigarette.
-Cosa intende?
-Vorrei che ci fossero più sigarette.
-Ma cosa c'entra?
-Lei non lo vede?
-Cosa?
-Il pachiderma. Devo ucciderlo. Mi dia delle sigarette perdio! Devo infilzarlo.

Allunga un pacchetto di sigarette. Inizia a bruciarne una. Quella urla. Il pachiderma arretra come se avesse visto un topo. Resta a fissarlo serio.

-Ora... cosa ne pensa del recente afflusso di immigrati in Europa?
-Vorrei vedere tanti negri quanti buchi del culo che ho. E dovrebbero essere miei.
-Drastico.
-Drastico è vedere più negri di quanti buchi del culo si hanno.
-Ma hanno dei problemi.
-E quindi? Anche qui ne abbiamo. Loro sono uno di quelli. Poi che cazzo vengono a fare? Là c'è la guerra.
-Appunto.
-Appunto cosa? La guerra è l'unica cosa che ha senso. Qui in Europa solo pachidermi che scuotono l'egida.
-Si spieghi.
-Lei quand'è stata l'ultima volta che si è sentito vivo?
-Ora.
-Stronzate. Sentirsi vivo vuol dire avere coscienza di essere vivo. Capita poche volte nella vita. Sì, certo mi sento battere il cuore, ma che c'entra? Ci si sente vivi solo quando si sa che si sta per morire o si sta per uccidere. I negri lo sanno. Vengono in Europa per dimenticarsi d'essere vivi. In Europa non si ha più memoria di essere vivi. I lager erano una fabbrica di questa sensazione.
-Cosa ne pensa degli asparagi?
-Che cazzo di domanda è? I negri sono peggio degli asparagi.
-Parlava di problemi in Europa. Cosa intendeva?
-Cristo. Brulichiamo di problemi. Oltre alla faccenda d'essere vivi dico... ci perdo il sonno... il pachiderma non sarebbe qui...  no... quand'è che da queste parti s'è fatto qualcosa d'interessante? Discutiamo di stronzate e vediamo la gente che piange alla televisione perché ha da gnolare. Hai perso il lavoro? Spara al tuo capo, arruolati in un esercito mercenario congolese, muori in battaglia e fatti fare un monumento equestre e invece stanno lì a mostrare con fierezza la loro debolezza. Siamo in un paese in cui gli uomini vengono educati dalle donne... La morale degli schiavi ha preso il sopravvento... un po' di nobiltà è chiedere tanto? cazzo... ci siamo messi delle persiane attorno a noi. Voglio vedere il marcio. Perché se cerco su internet della pornografia vedo solo delle fighe e non dei down che si succhiano il cazzo in maniera imbarazzante. Dov'è che si può vedere un'autopsia? È fondamentale vedere un'autopsia per poter dipingere la Cappella Sistina! 
-Non è chiaro.
-Neanche per me. Ma non lo sente nell'aria? Manca qualcosa. Tutto così asettico e sicuro. Bella la sicurezza. Ma a che prezzo? Pachidermi ovunque e questo gusto scandinavo per la noia. Voglio la peste per poter vedere le orge degli appestati disperati. 
-Ma cos'è il pachiderma?
-Il pachiderma è un apostrofo rosa tra le parole m'annoio. Penso comprerò un Mosin-Nagant. 
-Perché non parte allora?
-Educato da donne anche io. Che le devo dire? Me lo vuole fare pesare? Se vuole la prendo a schiaffi. Farei un piacere a lei e a me.
-No, grazie. 
-Insisto.
-Cosa ne pensa della morale?
-La morale? Nietzche ha detto tutto.
-Tutto cosa? 
-Chi non ha le palle e fallisce cerca di far venire i suoi sensi di colpa a un altro che ce l'ha fatta. Atteggiamento da deboli. Io possibilmente in questi casi sparo.
-Parlava di una carenza di zebre in Europa.
-Sì mancano zebre.
-Perché?
-Mi piacciono. Vorrei quantomeno che ci fossero più zebre che negri. Ogni negro dovrebbe portare una zebra. 
-Mi parli del bambino siriano morto affogato.
-Stupisce che la Luna cambi forma in un mese. La gente affronta in maniera un po' troppo tranquilla questa faccenda. 
-Cosa c'entra?
-Il bambino è roba noiosa per alimentare gli estrogeni di questa europa matriarcale. 'Povero bambino, cosa avrebbe fatto il mio utero?'. Se volevano commuovermi e convincermi ad accogliere immigrati, dovevano farmi vedere una madre che mangiava il figlio per la disperazione. Qualcosa di grande. È più interessante il problema lunare.
-Dio esiste?
-Dio esiste, ma è un po' troppo tempo che non spara.
-Cosa ne pensa dei vegani?
-Le discussioni inutili mi stanno sul cazzo. Già che c'è mi chieda cosa ne penso degli ebrei.
-Cosa ne pensa degli ebrei?
-Troppo pochi. Adesso mi perdoni, ma devo farmi una sega per sparare sborra in faccia all'elefante.
-Un'ultima domanda: perché la sua Ungheria spara agli immigrati?
-È divertente e la domenica pomeriggio non so mai che cazzo fare.

Dio benedica il re di Portogallo. 
Antoio Salazar De Oliveira

lunedì 7 settembre 2015

Plauso a un motto

Riesumano un quotidiano nazionale, al motto “Il Passato Sta Cambiando”.
Finalmente!
Finalmente, nel continuo berciare di futuro - cambiare il futuro! costruire futuro! fiducia nel futuro! - qualcuno fa uno scarto e la parola cambiamento la pone sul passato.
Un salto logico.
Col futuro, tutti capaci. È vuoto. È sempre “ancora assente”. Non è questione di filosofia, è questione di noia: di storie riguardanti il futuro l'opinione pubblica (appunto la cultura dei giornali) è ormai stanca e assuefatta. Nella campagna di persuasione il futuro è troppo frequentato e non ulteriormente calpestabile.
Da oggi, speriamo che il motto sia onorato e che esista finalmente il quotidiano che, invece di arroccarsi sulle trite idee appartenenti a un futuro inservibile, si lanci nell'impresa di cambiare il passato. Basta, cercare e riportare notizie: adesso ci si dedichi alla produzione ex novo di fatti antichi.

A: Venezia va colata a picco.
B: Noi fummo Roma, cazzo!
C: Adesso, cosa furono Roma e Venezia, lo dico io.

Siamo alla terza battuta degli ultimi cent'anni d'Italia. Un salto logico. Un salto di qualità. Un evidente salto di qualità cui non noi, ma un giornale nazionale, oggi inneggia.
Attenzione inevitabile ne attirassero.

Mèritinosela!

giovedì 27 agosto 2015

A Berlino est ogni tanto davano al cinema i film di Adam Sendler per vedere chi era negro down e etichettarlo come nemico del popolo.

Otto ore di aereo. La donna di fianco a me tiene una coperta anche se non fa freddo. Sta cercando di far scoreggiare la figa a comando e vuole nascondermi le oscure manovre delle sue mani.
Fuori è buio. Alla televisione design futuromalriuscito un film di Adam Sendler. Messaggio: sono stupido, ma buono e quindi alla fine vinco. Lezione sbagliata per i bambini della turistica. Tanti bimbi down e negri che pensano che per vincere nella vita basti assomigliare ad Adam Sendler. I buoni non vincono. Alla fine vincono gli ebrei. Sempre. Se non sei il popolo eletto Dio non è con te e allora fai la fine dei primogeniti in Egitto...
Adam Sendler vince perché è un cazzo di ebreo. Non perché è un negro down. Vorrei caricare la pistola, ma in aereo te le confiscano e io non posso sparare a nessuno e Adam Sendler fa quelle sue cazzo di battute ('Un cucciolo mangia un cicciolo') che scatenano onde d'ilarità da 'bisboccia'.
(A Berlino est ogni tanto davano al cinema i film di Adam Sendler per vedere chi era negro down e etichettarlo come nemico del popolo.)
Accendo la luce per leggere un libro.
-Starei guardando il film, la sua luce mi disturba.
-Io sono disturbato dall'assenza di armi da fuoco, ma non per questo le dico di smettere di farsi scoreggiare la figa, signora.
La lettura parla di come il personaggio del rivoluzionario degli anni sessanta sia stato domato dal mercato: 'mi faccio picchiare dai poliziotti cambio il mondo' diventa 'compro polo rudeboy quindi cambierà il sistema'.
Compro apple quindi cambierà il sistema.
Fumo lucky strike quindi cambierà sistema.
In fondo al cuore lo sapevo già. Bisogna farsi picchiare dalla polizia per cambiare le cose: non comprare Dr. Martens nere. Il manganello sulle mie costole è sexy per il destino...
Fuori dal finestrino, nel buio della notte da cui stiamo fuggendo, passa il carro infuocato del profeta Elia. Nessuno ci bada. Con il linguaggio dei segni mi dice di tirare fuori il mitra e uccidere i bimbi negri down. Il massimo che posso fare e lanciargli addosso delle caccole. Elia mi abbandona deluso.
Il duemila manca di profeti. Voglio conquistare la terra promessa e camminare con Dio mentre mi lamento del menù (leggi l'Esodo, figlio di puttana, e la bazza delle quaglie)...
-Assieme alla colazione vuole questo opuscolo.
-Crepa.
La compagnia aerea è in mano ai valdesi. A ogni cazzo di caffè che prendo cercano di convertirmi. Io sto con i cattolici irlandesi che sparano.
Improvvisamente nel corridoio inizia a camminare. Sapevo che c'era, ma l'unica era fare finta che non ci fosse. Ma per quanto uno chiuda gli occhi è difficile fare finta che non ci sia un pachiderma in una stanza. Veste eroica come Atena. Elmo, egida e ferro nella mano. P38 per l'esattezza. Orrida. Cerco di nascondermi. Di filarmela come un Ettore con Achille. Mi alzo. Vado verso il bagno. Mi guardo allo specchio. Nell'immagine riflessa Lei.
La Noia mi guardava con un sorriso malato.
-Ci rivediamo.
-Già.
-Questa volta non hai neanche la settimana enigmistica.
-Va così.
-Il soft rock che danno nelle cuffie dell'aereo non ti può salvare. E quel che non m'ammazza m'ingrassa.
-Infatti.
Spara un colpo di P38. Lo schivo per un pelo. Colpisce lo specchio. Corro al mio posto. Mi metto il giubbotto di salvataggio. Il giallo è un colore che spaventa la Noia. La tipa di fianco a me smette di manipolarsi l'utero per guardarmi strano. Io tremo. La Noia mi guarda roteando gli occhi appoggiata in ginocchio al seggiolino davanti. Arriva l'Hostess valdese.
-Cosa sta facendo?
-C'è la Noia che scuote l'egida. Faccia qualcosa.
-San Valdo diceva che la noia serve per avvicinarsi a Dio.
Colpo di P38. L'hostess a terra sanguina male di vivere. Inizio a farmi scorrere in testa della pornografia sperando svanisca. La noia resta lì come i Budda d'oro di fronte ai templi a fissarmi...

Dissolvenza. Duke Ellington & his orchestra suonano Saint Louis Toodle-Oo.

Dio benedica il re di Portogallo.

Antonio De Oliveira Salazar


p.s. La Noia m'ammazza senza uccidermi. Mi fa fare tre giri di carro attorno alle mura di Troia.

martedì 28 luglio 2015

Memoria

Mèmore, “colui che ricorda.”
Memòria, "facoltà di ritenere e richiamare i pensieri e le emozioni primitivi senza che si ripresenti l'occasione che li suscitò."

Di fronte a me, un centinaio di braccia alzate in una cortina di tetroidracannabinolo cantano un inno alla performance della loro rockstar. Un inno d'oblio, distillato da fotocamere, tàblet e smàrtfon. Così domani potranno raccontarsi (e raccontare) quanto sia stato fantastico esperire questa notte, senza sforzo alcuno delle capacità verbali logico-sintetiche-sintattiche. E alla lunga, se saranno abbastanza fortunati, potranno persino dimenticare completamente i profumi dei gerani alle finestre o il ruvido marmo bianco del duomo visitato nella vibrante attesa dell’evento.
Mi sorge un pensiero: quando mai, nella storia umana, il progresso fu frutto del pensiero e della sua raffinata e coerente espressione (per inciso, esiste una parola greca che riassume questa complicata espressione italiana: λόγος), o dello stupore suscitato dalle innumerevoli e sconvolgenti sensate esperienze?
D’altronde, si sa: perché visitar la biblioteca prendendo in prestito una copia del “Decameron” (immergendosi nel terrore nella Firenze appestata del 1348 e nella conviviale testimonianza della natura orale della comunicazione del sapere prima dell’avvento della scrittura e della stampa), quando si può partecipare alla gara di selfie con gli amici durante la pausa plurioraria nel cortile della succitata? D’altronde, Fiammetta e compagni erano stati così imbecilli da chiudersi nell’unica villa di campagna in Toscana senza uàifài né (o si scrive nè? Non ricordo più la differenza…) treggì: se persero trenta follower su Twitter e nessuno mise mai più un làik ai loro successivi scatti, fu colpa di quella somara di Pampinea.
Una volta ho letto di un comandante russo di sottomarini, che per dispetto all’umanità non lanciò un siluro a testata nucleare contro una nave da guerra americana; doveva essere l’ottobre 1962. Molte volte mi chiedo cosa sarebbe successo se l’avesse fatto. Alcune volte mi chiedo perché non lo fece. Già: perché non lo fece?
Siedo qui, sul letto, fissando il cursore lampeggiante, conscio dell'inutilità del gesto della scrittura. Ma pazienza: domani, fortuna permettendo, avrò dimenticato anche quest’ultimo pensiero.

Hirohito

martedì 7 luglio 2015

Catabasi

-Salazar!
-Eh.
-Devi andare all'Inferno per raccontare agli uomini com'è.
-Dio schifo...
Dio mi guarda storto. Dio mi prende. Dio mi sbatte giù dentro la Voragine.

Storia già letta.
Già vista.
Perché cazzo devo fare un giro all'Inferno?
Putridume allegorico.
Putridume.
Putridume.
Dante.
Neoplatonismo per sciacquarsi il cazzo.
Scendi/ risorgi/ ti salvi.
Menate.

Sono davanti a una montagna di rifiuti in una discarica. Un'ombra.
-Zio ho bisogno d'una guida.
-Quoi?
Un cazzo di francese.
-Notre vie est un voyage 
 Dans l'Hiver et dans la Nuit
 Nous cherchons notre passage
 Dans le Ciel où rien ne luit
Quel fallito di Céline. Non ci capiamo. Non so il francese. Conosco solo la lingua delle belle donne e dei fucili: la lingua ruvida e sensuale della Morte.
-La vérité, c'est une agonie qui n'en finit pas. La vérité de ce monde c'est la mort. Il faut choisir, mourir ou mentir. Je n'ai jamais pu me tuer moi.
Cristo.
-Non so il francese.
-Arthur, l'amour c'est l'infini mis à la portée des caniches et j'ai ma dignité moi!
M'accendo una sigaretta. Gliene offro una. Fumiamo. L'Inferno sta seduto davanti a noi come una gorda. Orrido.
Céline guarda le stelle. Le stelle sono persone del cazzo. Io carico una rivoltella per sparare al cielo. Céline si mette a leccare l'aria imitando un cunnilinguo.
BANG!
Cade la Luna morta per terra. Bel culo. Begli occhi. Belle tette. Gli tocco la figa fredda.
Céline s'allontana scaracciando. Lirico, ma non troppo. Gli piace Venere, ma non la schifa se ha le mestruazioni. 
Gli tengo dietro.

Antinferno. 

-Vecchio chi sono questi?
-Quoi?
Cristo. 
Attorno a noi una folla silenziosa e perplessa che gioca a pokemon blu.
Devono portare tutti i pokemon a livello 100 combattendo contro dei metapod a livello 5 nell'Erba Alta. 
Non ho la sbatta di fare un cazzo. Non ho voglia del giro all'Inferno. Non ho la sbatta. Accendo una sigaretta. Mi metto a sedere. Soffio. Céline canta la Marsigliese marciando. 
Un colpo di fucile ad altezza uomo. Dio spara per ricordarmi i miei doveri. Inizio il giro.
-Perché sei qui?
-Valdese.
-Tu?
-Fumavo winston blu da 10.
Cenno a uno zio.
-Leggevo Bertold Brecht.
Me la ciondolo un po'. Poi sento lo sguardo a punta di Dio che perfora la nuca. Sanguina. Dovrei chiedere qualcosa a Céline per spiegare quel che vedo. Non so il cazzo di francese. Il mio pensiero va a quel fallito di Virgilio. 
M'avvicino a un coglione, qui perché dipingeva tramonti bellissimi.
-Vecchio, dov'è Virgilio?
-Il parroco?
-Il poeta
-Lui!
-Eh, dov'è?
-Sta nel buco del culo di Satana per farlo godere: non ti salvi dal giudizio divino se scrivi le bucoliche e l'Eneide.
Cenno di ringraziamento al pittore del cazzo. E niente. Su sto cazzo di posto non so nulla. Invento. Céline sta ballando con un fucile che teneva in tasca. Antinferno. Qui vengono puniti i moderati. La punizione: pokemon blu. Non è contrappasso. L'Inferno non funziona a contrappasso. A Dio era salita questa scimmia qui. Fine. L'anno prossimo ci saranno donne magnifiche in groppa a carnivori rari e albini che nessuno sarà abbastanza ricco da poter comprare... 
Céline mi tira un pugno. Figlio di puttana. Tiro fuori la fella. Lo colpisco a un braccio. Mi colpisce al mento. K.O. ... figlio di puttana...

Inferno

Mi sveglio oltre l'Acheronte. I vivi non possono superarlo. Mi specchio nell'acqua. Ho la faccia di un cazzo scappellato. All'Inferno si sta da schifo. La lingua di Céline lecca porcate all'orecchio di Semiramide. Lei si fa ruotare le tette con le mani. Il girone dei lussuriosi non esiste. Semiramide è lì come ricompensa per il lavoro di guida che sta facendo Céline. Pezzo di merda. Non fa un cazzo. Condividesse almeno... Mi guardo intorno con le mani in tasca. Tutta la bazza è sostanzialmente un gran buco. Mi affaccio a una sorta di terrazzo. Guardo il profondo dell'Inferno. La struttura è semplice. Un girone unico. I NOIOSI. Basta. 

I volontari di Libera si succhiano il cazzo a vicenda in maniera goffa e imbarazzata. Senza godere.    

Le anime buone sono costrette a pulire culi per l'eternità perché quando lo facevano in vita lo facevano per dovere e non per passione (i coprofagi sono in cielo a scommettere all'ippodromo: perdono, ma hanno sempre soldi da buttare via di fronte a troie profumate e innamorate perse). 

Gli amici degli animali dipingono affreschi che ritraggono Stanlio e Olio che scopano.

Ettore è costretto a misurarsi il cazzo per l'eternità e a prendere atto che è piccolo.

Chi rideva per le barzellette politicamente corrette è calvo.

Chi non ha mai desiderato uccidere è costretto a costruire una piramide.

Gli scandinavi sono condannati a grattugiare parmigiano per chi se lo merita.

Jhon Lennon ha l'ano pieno di steli di rose acute ed è costretto a fare il non violento su un ring di MMA.

I baschi sono costretti a sentire l'audio di un porno senza poterlo guardare. Si eccitano, ma non sanno che è un porno gay.

E degli altri non me ne frega un cazzo. Mi appoggio a una colonna maledetta che affaccia sull'orrido. Noto una voragine nella voragine. La indico a Céline. Senza interesse. Accendendomi l'ultima sigaretta della stecca con sui ero partito. Non spero in una risposta. La bocca di Céline lascia l'ano di Semiramide e gratta in francese:
-Noirs et juifs.

Dio benedica il re di Portogallo.

Antonio De Olivera Salazar

domenica 28 giugno 2015

NUNTII A NIGRIS - Assiomi di una nuova Politica Culturale


Le notizie dai paesi negri che Ci giungono in questi tempi circa violenze a base religiosa Ci inchiodano all'evidenza che, in fatto di Eugenetica delle Idee, un qualsiasi bassofondo di Nairobi Ci surclassa per slancio e risultati. L'Occidente inerte, sgranchirsi urge.

Inverno. Provincia profonda, un quarto d'ora all'alba. Ci sarà una corriera in fondo alla foschia: fermarla e passarne in rassegna il carico. Istruzioni: elevazione dell'Oligarca, neutralizzazione del Civile, riconoscimento del Nemico.

Hai studiato il Libro Verde?” Questi sarà fatto Ministro.
“Mediti il Lombroso?” Questi sarà fatto Rettore.
“Compiangi Tito?” Questi sarà Senatore.

Hai studiato il Landau?” Questo è un civile.
“Mediti Calamandrei?” Questo è un civile.
“Compiangi Don Gallo?” Istruzioni: solo vittime civili.

Unico nemico rispettato, risparmiato e promosso, il Ribelle che la sua Pace la propugni in armi. Istruzioni: armarlo a spese dell'aristocrazia.

Prassi = Piombo

Fine dimostrazione.

venerdì 12 giugno 2015

Giudizio di un democratico

*** viene arrestato dalla polizia divna in data 12/06/15, ore 8.09. Reato: Democrazia.
Dio giudice.

-Per quale motivo sono qui?

-Si faccia un esame di coscienza signor ***.

-Non penso di aver fatto nulla di male.

-Appunto.

-Come appunto?

-Lei è condannato per: non essersi mai fatto pisciare in faccia da una ninfetta, non aver mai ucciso un uomo, non avere mai acquistato e/o venduto pachidermi bengalesi, non avere mai derubato una vecchia, mai fatto uso di oppiacei, mai leccato la figa di sua madre, mai cercato di divorare la sua amante, mai cagato da un balcone per colpire in testa le persone, mai invaso la Polonia, mai speso un centesimo per il proprio mausoleo...

-Mausoleo?

-Più il proprio monumento funebre è enorme, più è facile superare il giudizio divino... per non avere mai picchiato un malato, un negro una donna incinta, un cavallo sconfitto, sparato merda su un film senza averlo visto, pisciato sulla tomba dei suoi genitori,  ...

-MA LEI È PAZZO.

-Signor *** secondo Noi (Padre, Figlio e Spirito Santo) lei è una testa di cazzo... mai detto che 'se questo è un uomo' è un libro del cazzo, mai cantato Lilì Marleen, mai cercato di vendere l'anima al Diavolo, mai scolpito un capolavoro e poi distrutto a picconate, mai sborrato pensando alla Gioconda, mai imparato il tedesco, mai aderito a un partito estremista - lei si rende conto che i moderati qui vengono usati per nettarsi il culo? - mai diventato islamico...

-Scusi, ma i cristiani non sono i buoni?

-Certo, ma gli islamici sono i migliori... mai rubato una dentiera a una vecchia e usatala per grattare via lo smegma dal cazzo, mai cercato di bruciare una biblioteca, mai eseguito e/o subito l''anal fisting', mai cercato la tomba di Ettore per portarci un cane malato a cagarci sopra, mai pianto per la morte di Patroclo, mai letto l'Antidemocratico...

-Lei sta semplicemente elencando tutte le cose che non bisogna fare per condurre una vita esemplare.

-Le vite esemplari le lasciamo ai danesi ...e leggo ora: che cazzo di media è tre sigarette al giorno?!

-Ma... ma...

-La sua condanna è facile, signor ***, lei ha sulle spalle il reato di non aver vissuto, la condanniamo alla Noia.

-Pensavo peggio.

-La gente come lei, che non capisce il peso di questa condanna, non si merita un cazzo. Portatelo via.

-Una domanda, perché non ci sono persone di colore qui?

-I negri non hanno l'anima. Ora se ne vada, devo dare un altro po' di fortuna alla mafia russa.

Dio benedica il re di Portogallo.

Antonio De Olivera Salazar

lunedì 11 maggio 2015

Pamphlet conato standard

Guardo al cielo e la prof di scienze del liceo si è ficcata nella figa l'incertezza di Dio per squirtare la parallasse.
Avrei dovuto spararle. 
Avrei voluto essere educato da un gesuita.
-Dimmi la genealogia di Gesù.
Non la so. 
-Fai cinquanta flessioni.
O colti o enormi.
Mi sono fatto derubare del concetto di violenza spontanea. 
Sì, quel valdese crede in un'altra cosa, ma vuoi fargliene una colpa?
È la sua tradizione vuoi forse crocifiggerlo?
Voglio vedere il suo corpo mangiato dalle cagne fuori dalle mura.

Che fine ha fatto il delitto d'onore?

L'odio è un sentimento che abbiamo ammazzato. Che ci hanno ammazzato. Il sangue ribolle poco nelle linee tonde della ragionevolezza. Dobbiamo pensare prima di agire. Dobbiamo chiedere scusa perché ci siamo. Dobbiamo dire grazie per quello che riceviamo.
Il mio trittico è:
TUTTO È MIO
SPARA E POI CHIEDI
VIVI E NON LASCIARE VIVERE

Vuoi distrarti? Guarda un film: emozioni di seconda mano. Hanno chiuso le fumerie d'oppio e i bordelli cinesi perché i soldatini della mediocrità hanno detto che hanno vinto ed erano troppo deboli e troppi perché qualcuno se la sentisse di dirgli qualcosa.

Pezzi di merda. Avete paura di mandarlo in tiro mentre vi pisciano in faccia.

-I buoni siamo noi. Famiglia, lavoro e casa: sicurezza. 
Se non volevi vivere bastava dirlo. Ci sono i plotoni d'esecuzione apposta. 
HAREM, MOLLEZZE, PALAZZI: GUERRA.

Felicità obbligatoria. Felicità di seconda mano. Felicità igienica. Sorrido mentre annaffio i gerani e guardo quelle quattro stronzate che ho in casa. Ma vuoi mettere bruciare il Louvre? 

Ma sugli spalti dei nemici della mediocrità ci sono mediocri. La peste nel duemila è questa. Siamo tutti infetti. La differenza tra noi e voi e che noi aspettiamo che il morbo ci uccida.

A Orano si sta male.

Dio benedica il re di Portogallo. 

Antonio De Olivera Salazar

giovedì 9 aprile 2015

Dancing (pregiudizio di 'una stagione all'Inferno')

Il pensiero di repubblica del Centrafrica galleggiava nell'aria stillante dai narcisi. L'orchestrina araba scaracciava affannata un ballabile dal fiato corto che s'ammalava di malaria nel caldo della sala. La melodia mutilata veniva respirata da orecchie stanche di delirio. Europei su divani broccati di polvere. Vestiti di bianco sudato, sporco e bello come la notizia della rovina dell'Impero russo in Giappone al palazzo d'Inverno.
La stanza in trance da tempo immemore sognava le porte di Babilonia.
Il Cairo col gomito sul tavolo da biliardo oscillava la rossa piena. Il suo naso beveva fumo di narghilè cobra.
Fumo denso di blu intralciava gli sbandamenti della musica.  
Questioni di civiltà e umanitaresimo. (Gli occhi degli inglesi gettati sui divani riflettevano l'angoscia del FARE imprigionata nel torbido rilassamento del corpo e della volontà. Il caldo carezzava nudo e lascivo.) I lotofagi vittoriosi e hippy piantavano bandiere marocchine sui capelli colanti. Questioni di civiltà e umanitaresimo sudavano bianche la loro sconfitta.     
La Pantera corse nella sala. Pensiero sensuale fuggito dalla testa. 
Indifferenza di statue egizie mostrava le gambe lunghe agli astanti.
L'orchestra iniziò a suonare un motivo di fachiro. La belva morbida si innamorò guardando Orfeo negli occhi.
Entrò Lui folle rompendo il vetro giallo dell'invetriata andalusa. Il fucile con la voglia di urlare forte. L'impero britannico poggiava grasso sul suo corpo di nervi.
-Dov'è?-
La pantera cercò i suoi occhi. Li trovò. Il fucile sparò un colpo perverso ferendo la statua azzurra di Sekhmet fatta di un sonno di orzo fermentato.
Lei si strusciò a Lui calda come il Nilo. Brividi di piacere sulla schiena d'ira e adrenalina e fermezza. I piedi si mossero a tempo nella danza di morte.
Artigli uscirono affamati di carne umana. Il fucile sparò un colpo perverso radendo al suolo la Mecca nera.
Una camicia bianca gialla contemplava un acino d'uva.
La melodia carezzò le scapole nere di Lei rizzandole il pelo in un fremito di piacere. I piedi continuarono ad agitarsi in una danza di amore. Il fucile sparò un colpo perverso uccidendo una sensazione di Corano appesa al lampadario.
L'artiglio ruppe la divisa rossa perfetta trovando la pancia. Lui provò a morderla al collo.
Le gambe s'agitarono in una danza di amore e morte.
La bocca zannuta cercò di dare un bacio di Giuda al collo di Lui. Il fucile sparò un colpo perverso dritto al cuore.

Uscì.

Il Cairo lanciò in buca la numero quindici con un gesto annoiato.

Gli occhi degli inglesi gettati sui divani riflettevano l'angoscia del FARE imprigionata nel torbido rilassamento del corpo e della volontà.

Il caldo carezzava nudo e lascivo

Antonio De Oliveira Salazar


giovedì 19 marzo 2015

Nausicaa

Il torbido della notte nei polmoni dava una sensazione d'alga nei bronchi. Ogni fiato era denso come respirare del viscido. Il bagnasciuga spremeva la bocca dello stomaco succosa.
Oscillava.
Asciutto.
Bagnato.
Asciutto.
Bagnato.
Asciutto.
Gli occhi di Nausicaa non carezzavano la mia stanchezza. La mia stanchezza che marciva nel viscido della notte. La mia stanchezza che marciva nel viscido della notte nell'oscillare dell'acqua. Dove sono i tuoi occhi verdi come i fumi dell'Ade che non perdona?
Il rapsodo s'era dimenticato che avevo diritto a quegli occhi.
Mi aveva lasciato su quella sabbia ruvida mentre il principe miceneo ascoltava entusiasta un'altra storia mentre beveva vinobenzina.
“Odisseo sulla spiaggia giaceva... ehm...
Odisseo sulla spiaggia giaceva... mmm..
Odisseo sulla spiaggia giaceva
e Titono invecchiava e ad Aurora non piaceva
Titono...
Titono...
Titono...”
Titono crepa.
Rapsodo, avevo diritto a quegli occhi.
Avevo lasciato Calipso per quegli occhi.
Le labbra rosse di Circe.
I canti di confettura turca delle sirene.
Tiresia me lo aveva sussurrato all'orecchio quando gli avevo offerto il bloody Mary:
-Figlio di Laerete divino ricorda: hai avuto una vita infelice, ma le pupille della figlia di Alcinoo varranno la tua trama di cancrena ricamata dalle Parche.-
E per colpa tua, rapsodo, ora è notte e non vedo occhi. Ora è notte e il nome di Nausicaa mi si trascina nella mente come una bava di un vecchio. Ora è notte e Nausicaa. Nausicaaa. Nausicaaaaaaa.
Guardavo il cielo custodito dalle Ore. E non me ne fregava poi un cazzo. In realtà non me ne era mai fregato un cazzo. La stanchezza mi stava succhiando il midollo spinale. Era un modo come un altro per ammazzare il tempo. Nausicaa era nelle tasche di qualcun altro. Il mare oscillava nauseante. Atena dagli occhi azzurri non era più nel giambo. Diomede svanito. E avrei semplicemente voluto continuare a trascinarmi nel mare spumoso...
E per colpa tua, rapsodo, ora è notte e non vedo occhi. Ora è notte e il nome di Nausicaa mi si trascina nella mente come una bava di un vecchio. Ora è notte e Nausicaa. Nausicaaa. Nausicaaaaaaa.
Andavo sciogliendomi nell'acqua salmastra. La notte mi riempiva di mucose i polmoni. Penelope chissà con chi dormiva. Telemaco. Io come stavo? Atena non mi concedeva più le labbra e non c'era neanche un gatto a cui tirare un sasso. Il banchetto da Alcinoo era iniziato. A mensa un fallito raccontava di aver superato i bei cavalli di Cinira a Cipro divina. Nausicaa lo guardava rapita. Occhi fissi. I suoi verdi occhi fissi. I miei verdi occhi fissi... amen...
Indifferenza, spedita da Cronide, mi mordeva con le labbra calde la faccia.
E per colpa tua, rapsodo, ora è notte e non vedo occhi. Ora è notte e il nome di Nausicaa mi si trascina nella mente come una bava di un vecchio. Ora è notte e Nausicaa. Nausicaaa. Nausicaaaaaaa.


Antonio De Oliveira Salazar

martedì 3 marzo 2015

Da Italo. (recensione)

A Rubbiara sacra batte ancora sangue scuro e spumante come brusco. Italo Pedroni. Ristorante. Acropoli dell'antidemocrazia su un'Atene di gay bar, pizzerie per famiglie e locali di lusso per uomini che non sanno cos'è l'aratro e l'urlo del suino assassinato. Italo è ruvido. Ospite antico in un'epoca di falliti che baciano viscidamente il cliente per fotterlo. Obbliga a badare alla cena gli stronzi stupiti del duemila in fissa per l'Altro. 
-Con il baffo c'era una guerra. Ora comandano le donne e ce ne sono mille.-
La pasta o la si mangia fino in fondo o non si prosegue. 
Il menù è predestinato come la vita ed Italo si presenta magnificamente, come un Dio in più, levandoci l'incomodo dell'illusione del libero arbitrio. Obbedire o comandare: l'essenza dell'uomo. 
-Una volta ho mandato via dieci persone.- 
Mensa per aristocratici di campagna. 
Il sangue di Cristo se lo fa da sé. Gli uomini serviti per primi. Liquori offerti.

Antonio De Oliveira Salazar 



   
   
  

domenica 15 febbraio 2015

William S. Burroughs

Il letto colava malessere verde.
Ariosto okkio al kranio. 
Ariosto okkio al kranio.
Ariosto okkio al kranio.
Nella testa il ragno nero bava la ragnatela di allitterazioni di k.
Avevo voglia di sparare a Dio, ma le mani legate e Assam voleva impiccarmi per l'Estasi. Intorno Algeri eiaculava bellezza appiccicosa e viscida.
Cuore aritmico. 
Cuore aritmico.
Cuore aritmico.
Il collo contratto come a commentare il buio malato che circondava la camera da letto. Il quadro che ritraeva la negra col serpente nero mi fissava schifato.  
Nella testa un sabba e tutte le streghe Lei. 
Il revolver sul letto, la mela incolpita per terra vicino alla testa, l'esplosione stupita nell'aria, la carcassa di Lei. La carcassa di Lei secerneva silenzio.
La sua morte, languida, mi pugnalava. Tremori marcivano l'anima livida. Putrido nel ventricolo destro. La Luna sputava sulle teste di innamorati calvi.

Nubiani nudi entrarono. Arrestarmi? Assam seccato. Mi presero via di peso avvolto in un persiano giallo. Il mio képi blanc per terra. Invidia per Cassio nella bocca di Satana. Assam seccato urlava. Un moscibecco seduto sul sofà damascato.

***

La carne nera finita. Portato via da Lei. Unico bisogno. L'Islam Inc. guardava malvagia dalla finestra urlando sure come bestemmie. Mi contorcevo tra gli umori del letto con il jinn blu dentro ai precordi a masticarmi disperazione.
DOVEVO avere la carne nera. (Anima millepiedi Nord Africa.)
Venirne divorato.
Entrarci dentro e sciogliermi nel caldo.
Infilarci dentro tutti i sensi come vermi viscidi in una mela marcia.
Invece solo la disperazione sudore nella galera verde smeraldo.
Il dottor Bensway non mi dava metadone. Per altri pazienti. Il bey della dipendenza palpava un narghilè rosa.

***

Un cucchiaio nero mi ricordò la Sua assenza.

***

-Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori...-
Lo scheletro era venuto nella gabbia non sazio dei danni che aveva fatto al mio fato, già raccontato, di follia.
-...per far al re Marsilio e al re Agramante...-
Una mazza. Una spranga. Il letto.
-...Oh gran bontà de’ cavallieri antiqui!...-
Spaccai il cranio con un Corano monumentale.
Letto.

Antonio De Oliveira Salazar

domenica 18 gennaio 2015

La domenica pomeriggio si sparava ai francesi

Baghdad. Il profeta zoroastriano guardava sicuro nel piazzale giallo polvere le guardie svizzere con le teste fra le mani. I khan mongoli erano tutti carcasse. Le orde erano confuse. Le domeniche pomeriggio avvelenavano dolcemente l'eroismo nei cortili delle caserme.
-...Il bene è uno, il male è tanto, ma il problema è discernerli.-
La pietra nera alla Mecca veniva palpata da tutti ed era eccitata. Le guardie svizzere pensavano al fatto che il verbo discernere si usasse solo per i concetti di bene e male. Allah passeggiava vestito di Damasco, ma i persiani erano troppo presi a fare tappeti per badarci.
-Dio è buono. Satana è cattivo. I longobardi occupavano vecchi cinema, ma... mah!-
Zarthustra farfugliava come un cane che vomita. Gli svizzeri non capivano perché erano a Baghdad. Allah s'era fermato a guardare una bambina di dodici anni perché callipigia.
I francesi si annoiavano sotto la tour Eiffel la domenica pomeriggio: qualcuno dipingeva la Senna. La Senna era fatta di una crosta di giallo piscio. La Senna era piena di amore marcito nella noia degli amori asettici. Il presidente all'Eliseo scriveva poesie senza rendersi conto che stava riscrivendo Baudelaire.
Il Califfo di Baghdad guardava l'ombelico all'odalisca trismegista. Gambe infinite reggevano il corpo velato e morbido e solido e turgido e abbronzato. Pellegrini da Samara erano venuti apposta per un punto preciso della sua coscia cantato dagli aridi Dei dei beduini. Il Califfo di Baghdad soffiava su una piuma bianca.
A Parigi uno scultore riempiva stanze di divinità mediorientali nell'atto di copulare. Lo faceva perché poteva. Si divertiva come un ragazzino la prima volta in un bordello. Gli illuministi guardavano e si succhiavano il cazzo a vicenda per la contentezza:-Non sono d'accordo -Aaaaaaah!- con quello che dici, -ossì!- ma darei la vita perché tu possa -godo!- dirlo NON SONO D'ACCORDO -Orgasmo- CON QUELLO CHE DICI, MA -che bello!- DAREI LA VITA PERCHE' TU POSSA DIRLO-Aaaaaaaah...

Le scimitarre erano l'unica forma di civiltà, la carneficina l'unica libertà a cui spasimare. I perversi e i deboli s'erano inventati i diritti umani sperando nel sesso anale: i venditori d'armi lo sapevano.

Le guardie svizzere odorarono nel Ghibli teleologia: il papa li aveva mandati per donare al Califfo. Nelle stanze di marmo rosa e smeraldo consegnarono fucili, codici viola e vergini. Il principe islamico donò loro teste ricoperte d'oro e fichi.
I fucili sussurravano più dolci delle mogli nell'harem. Il pomeriggio si protraeva insostenibile. La piuma bianca era stanca.
Francesi giustiziati per noia.
Il presidente alla fine di spleen con lacrime finte.
L'Europa inutile nel sonno della domenica pomeriggio.
L'Arabia sugli spalti della guerra millenaria dell'uomo contro la noia.

Allah si svegliava felice nel letto della dodicenne callipigia.

-I longobardi occupavano vecchi cinema, ma... mah!-

Antonio De Oliveira Salazar

venerdì 2 gennaio 2015

Discorso di Fine anno

Personaggi: il presidente, 2014 etiopi.


Scena: Luce con rossetto tipo casa Philip Marlowe. La scrivania del plenipotenziario del Guatemala rovinato dal gioco al centro di una sala riempita liquidamente da una musica sontuosa. Tappezzeria rubata da un sogno dopo aver mangiato le pareti di villa Schifanoja. Una ghirlanda fatta da sei milioni di svastiche (tante quante gli ebrei morti nell'olocausto). Bandiera della Libia di Gheddafi. Bandiera della Reggenza del Qarnaro. Bandiera della California con scritto In hoc Arnoldo vinces. Sulla scrivania avorio lavorato ancora attaccato alla testa dell'elefante non decomposta (garanzia di freschezza). Pavoni bianchi impagliati e non un po' ovunque.


Entra il presidente. Vestito di lusso. Fosse una chiesa sarebbe San Pietro a Roma.

-Il discorso di fine anno ha sempre quel gusto di chiusura di bilancio. Giudaismo per tubi catodici: salvati tot orsi marsicani, bambini felici perché non inculati, le fontane di wifi libero aumentano in maniera direttamente proporzionale al numero di psicochecche... Combattuti tra una voglia di andare oltre alla struttura classica e un'ossessione per la struttura classica riporteremo i successi dell'antidemocrazia nel 2014 e regaleremo questi 2014 etiopi (entrano i 2014 etiopi) a Gino Strada. Così impara.
I successi dell'antidemocrazia quest'anno sono stati:
-L'ebola
-La non resurrezione di Nelson Mandela
-Tentativo fallito dell'occupazione di Fiume
-La monarchia a Corlo
-La monarchia a Rubiera
-La conquista della Crimea da parte della Russia
-Boko Haram
-Il mondiale vinto dalla Germania
-Le scuole Onu bombardate in Israele
-Il non trionfo dell'atto bello sulla mediocrità del mondo
Questo è quanto.

Il presidente, come da tradizione, spara all'anno vecchio.


Antonio De Oliveira Salazar