giovedì 9 aprile 2015

Dancing (pregiudizio di 'una stagione all'Inferno')

Il pensiero di repubblica del Centrafrica galleggiava nell'aria stillante dai narcisi. L'orchestrina araba scaracciava affannata un ballabile dal fiato corto che s'ammalava di malaria nel caldo della sala. La melodia mutilata veniva respirata da orecchie stanche di delirio. Europei su divani broccati di polvere. Vestiti di bianco sudato, sporco e bello come la notizia della rovina dell'Impero russo in Giappone al palazzo d'Inverno.
La stanza in trance da tempo immemore sognava le porte di Babilonia.
Il Cairo col gomito sul tavolo da biliardo oscillava la rossa piena. Il suo naso beveva fumo di narghilè cobra.
Fumo denso di blu intralciava gli sbandamenti della musica.  
Questioni di civiltà e umanitaresimo. (Gli occhi degli inglesi gettati sui divani riflettevano l'angoscia del FARE imprigionata nel torbido rilassamento del corpo e della volontà. Il caldo carezzava nudo e lascivo.) I lotofagi vittoriosi e hippy piantavano bandiere marocchine sui capelli colanti. Questioni di civiltà e umanitaresimo sudavano bianche la loro sconfitta.     
La Pantera corse nella sala. Pensiero sensuale fuggito dalla testa. 
Indifferenza di statue egizie mostrava le gambe lunghe agli astanti.
L'orchestra iniziò a suonare un motivo di fachiro. La belva morbida si innamorò guardando Orfeo negli occhi.
Entrò Lui folle rompendo il vetro giallo dell'invetriata andalusa. Il fucile con la voglia di urlare forte. L'impero britannico poggiava grasso sul suo corpo di nervi.
-Dov'è?-
La pantera cercò i suoi occhi. Li trovò. Il fucile sparò un colpo perverso ferendo la statua azzurra di Sekhmet fatta di un sonno di orzo fermentato.
Lei si strusciò a Lui calda come il Nilo. Brividi di piacere sulla schiena d'ira e adrenalina e fermezza. I piedi si mossero a tempo nella danza di morte.
Artigli uscirono affamati di carne umana. Il fucile sparò un colpo perverso radendo al suolo la Mecca nera.
Una camicia bianca gialla contemplava un acino d'uva.
La melodia carezzò le scapole nere di Lei rizzandole il pelo in un fremito di piacere. I piedi continuarono ad agitarsi in una danza di amore. Il fucile sparò un colpo perverso uccidendo una sensazione di Corano appesa al lampadario.
L'artiglio ruppe la divisa rossa perfetta trovando la pancia. Lui provò a morderla al collo.
Le gambe s'agitarono in una danza di amore e morte.
La bocca zannuta cercò di dare un bacio di Giuda al collo di Lui. Il fucile sparò un colpo perverso dritto al cuore.

Uscì.

Il Cairo lanciò in buca la numero quindici con un gesto annoiato.

Gli occhi degli inglesi gettati sui divani riflettevano l'angoscia del FARE imprigionata nel torbido rilassamento del corpo e della volontà.

Il caldo carezzava nudo e lascivo

Antonio De Oliveira Salazar


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