martedì 3 marzo 2015

Da Italo. (recensione)

A Rubbiara sacra batte ancora sangue scuro e spumante come brusco. Italo Pedroni. Ristorante. Acropoli dell'antidemocrazia su un'Atene di gay bar, pizzerie per famiglie e locali di lusso per uomini che non sanno cos'è l'aratro e l'urlo del suino assassinato. Italo è ruvido. Ospite antico in un'epoca di falliti che baciano viscidamente il cliente per fotterlo. Obbliga a badare alla cena gli stronzi stupiti del duemila in fissa per l'Altro. 
-Con il baffo c'era una guerra. Ora comandano le donne e ce ne sono mille.-
La pasta o la si mangia fino in fondo o non si prosegue. 
Il menù è predestinato come la vita ed Italo si presenta magnificamente, come un Dio in più, levandoci l'incomodo dell'illusione del libero arbitrio. Obbedire o comandare: l'essenza dell'uomo. 
-Una volta ho mandato via dieci persone.- 
Mensa per aristocratici di campagna. 
Il sangue di Cristo se lo fa da sé. Gli uomini serviti per primi. Liquori offerti.

Antonio De Oliveira Salazar 



   
   
  

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