domenica 15 febbraio 2015

William S. Burroughs

Il letto colava malessere verde.
Ariosto okkio al kranio. 
Ariosto okkio al kranio.
Ariosto okkio al kranio.
Nella testa il ragno nero bava la ragnatela di allitterazioni di k.
Avevo voglia di sparare a Dio, ma le mani legate e Assam voleva impiccarmi per l'Estasi. Intorno Algeri eiaculava bellezza appiccicosa e viscida.
Cuore aritmico. 
Cuore aritmico.
Cuore aritmico.
Il collo contratto come a commentare il buio malato che circondava la camera da letto. Il quadro che ritraeva la negra col serpente nero mi fissava schifato.  
Nella testa un sabba e tutte le streghe Lei. 
Il revolver sul letto, la mela incolpita per terra vicino alla testa, l'esplosione stupita nell'aria, la carcassa di Lei. La carcassa di Lei secerneva silenzio.
La sua morte, languida, mi pugnalava. Tremori marcivano l'anima livida. Putrido nel ventricolo destro. La Luna sputava sulle teste di innamorati calvi.

Nubiani nudi entrarono. Arrestarmi? Assam seccato. Mi presero via di peso avvolto in un persiano giallo. Il mio képi blanc per terra. Invidia per Cassio nella bocca di Satana. Assam seccato urlava. Un moscibecco seduto sul sofà damascato.

***

La carne nera finita. Portato via da Lei. Unico bisogno. L'Islam Inc. guardava malvagia dalla finestra urlando sure come bestemmie. Mi contorcevo tra gli umori del letto con il jinn blu dentro ai precordi a masticarmi disperazione.
DOVEVO avere la carne nera. (Anima millepiedi Nord Africa.)
Venirne divorato.
Entrarci dentro e sciogliermi nel caldo.
Infilarci dentro tutti i sensi come vermi viscidi in una mela marcia.
Invece solo la disperazione sudore nella galera verde smeraldo.
Il dottor Bensway non mi dava metadone. Per altri pazienti. Il bey della dipendenza palpava un narghilè rosa.

***

Un cucchiaio nero mi ricordò la Sua assenza.

***

-Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori...-
Lo scheletro era venuto nella gabbia non sazio dei danni che aveva fatto al mio fato, già raccontato, di follia.
-...per far al re Marsilio e al re Agramante...-
Una mazza. Una spranga. Il letto.
-...Oh gran bontà de’ cavallieri antiqui!...-
Spaccai il cranio con un Corano monumentale.
Letto.

Antonio De Oliveira Salazar

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