Pioggia, nebbia e seppie. Seduto sul divano penso all'enorme occhio della creatura tentacolata e bevo.
I fiori del male mi guardano, mi chiamano, ma sono troppo stanco per rispondere; mi susurrano, mi indicano e mi insultano, ma la seppia non mi lascia andare.
Tutto ciò ai tempi dell'impero non se lo sarebbero permessi. I fiori stavano nel vaso e le seppie in mare.
Il pescatore dovrebbe pescare solo perle e il giardiniere coltivare solo stupefacenti!
Fottuti fiori!
Maledette seppie! Lei ed il suo monocolo!
Si siede a tavola con me, e sorseggia vino e sputa come un cammello!
Lamenta la mancanza di fiori sul fondo del mare e la mancanza di bianchi giaguari. Flora e fauna marina la annoiano.
Che animale è la vongola in confronto alla pantera nera? Che cos'è un'alga in confrono al narciso?
Il mostro tentacolato si toglie il monocolo e mi guarda con il suo enorme occhio: io continuo a bere vino.
Arriva anche un'orchidea a tavola, e si siede.
Vuole vedere una balena, vuole andare a caccia con l'arpione. La seppia è disgustata dal vino rosso.
Il fottuto fiore si lamenta solo!
Arriva anche un negro! Ci mancava lui! Meno male che è il servitore a seguito della seppia; lei non vole faticare, si porta sempre dietro una creatura inferiore.
Mi staco della compagnia di quei maledetti futuristi e me ne vado insultandoli.
- Prometeo
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