Non agli atei, alle persone di scienza, a chi vuole ridurre il Mistero a un triste passatempo da consumare all'ombra del sole estivo: a voi non ho niente da dire, e niente da offrire, se non l'auspicio che possiate un giorno guardare al di là della nostra misera ragionevolezza; non a voi dunque; a voi invece mi rivolgo, ardenti fedeli, che proteggete fra le vostre mani il Santo Vangelo, come fa la mamma con il languido figliolo; a voi, che passeggiate offrendo la fronte al cielo, portatori di un'idea magnifica, ambiziosi sognatori di un mondo perfetto, libero da rigide catene di numeri, colmo di splendide analogie... A voi.
Non prenda forma sul vostro viso una smorfia, vi prego, quando andrete a leggere quanto segue. Provate piuttosto ad avere pietà per un povero peccatore e per le sue parole peccatrici; e a scorrerle con leggerezza, come fareste se doveste leggere una favola al vostro nipotino, ormai prossimo a chiudere gli occhi e ad abbandonare la coscienza ad un sogno docile e ingenuo.
Non prenda forma sul vostro viso una smorfia, vi prego, quando andrete a leggere quanto segue. Provate piuttosto ad avere pietà per un povero peccatore e per le sue parole peccatrici; e a scorrerle con leggerezza, come fareste se doveste leggere una favola al vostro nipotino, ormai prossimo a chiudere gli occhi e ad abbandonare la coscienza ad un sogno docile e ingenuo.
Parliamo di Satana, cari miei. Del Demonio, di Lucifero, chiamatelo come volete. Parlo di lui perché secondo me è un gran bel personaggio. Mi rivolgo a un pubblico ridotto perché così non devo perder tempo a discutere di argomenti che sono privi di interesse, come la esistenza o la non-esistenza o altre baggianate del genere. Qualsiasi persona dotata di buon senso sa che il Demonio esiste, e non ho voglia di parlarne.
Andiamo con ordine. Voi, fedeli: siete davvero sicuri di quel che andate dicendo? Sempre che le voci che arrivano alle mie orecchie sian vere, ci mancherebbe: allora preciso cosa intendo. Mi risulta che voi non apprezziate particolarmente Satana, non è così? Mi risulta che al solo sentir pronunciare il suo nome il vostro cuore sobbalzi, e dentro di voi ci sia un meccanico che lo stringe come fa con la chiave inglese quando il bullone non ne vuol saper di girare; e che la vostra faccia si giri dall'altra parte, in preda a una smorfia di paura e di disgusto; e che i muscoli si contraggano, le dita si allunghino fino ad essere diritte; e così via. Tutte cose brutte, insomma. Allora io chiedo: perché? Perché tanta paura, tanto timore, tanto scetticismo? Non siete forse voi a parlare di amore, di fratellanza, di disponibilità all'ascolto? Volete forse dirmi che lui non ha diritto a tutto questo? Volete forse dirmi che voi non avete mai peccato al suo stesso modo? che non vi siete mai sentiti, neppure per un attimo, più importanti, o anche solo indipendenti, autonomi rispetto all'Onnipotente? Ah, non vi credo, cari miei, non vi credo. Vi rispetto molto, e penso di avervelo dimostrato rivolgendomi solo a voi; ma qui io mi faccio da parte e dico che no, secondo me sbagliate, secondo me dovreste affrontare la faccenda con più onestà.
Perché io metto entrambe le mani sul fuoco mentre affermo che voi, come lui, avete almeno una volta nella vita mosso guerra a Dio. Forse non con le armi, perché non lo vedete e dunque non ne siete capaci; ma altri tipi di guerre, addirittura più meschine, guerre combattute roteando in aria la vile spada del ricatto, del ridicolo ricatto all'Onnipotente, quelle sì, le avete combattute in prima fila. E ora soffermatevi un attimo a pensare al trattamento che Dio ha riservato a voi e a quello che ha riservato a lui.
A voi cosa? Niente, signori, niente! Spero non avrete il coraggio di menzionare quella sera in cui avete comprato e ricomprato cartelle ma niente, nemmeno un ambo; oppure quella volta, l'unica volta in cui la vostra cintura non era allacciata e la polizia vi ha fermato, quando era da più di un anno che la paletta bianca e rossa non sbarrava il vostro cammino; oppure altre sciocchezze del genere.
Ma signori, veniamo a lui, adesso: signori, un volo interminabile! Una caduta dal punto più alto dell'Universo, il Regno dei Cieli, al punto più basso, l'Inferno. Sapete quanto è lungo un tragitto del genere? Provate a pensare a quando portate i vostri figli al parco divertimenti, e, da buoni padri quali siete, li accompagnate sui giochi, per far loro forza nei momenti di paura. Provate a pensare alle emozioni di quei pochi secondi di vuoto d'aria. Emozioni bellissime, certo, ma estreme, adatte a tempi brevi. Adesso immaginate che quei pochi secondi si dilatino, e che voi, invece che pochi metri, percorriate a testa in giù una distanza che ai nostri occhi appare infinita; e allora vi renderete conto di cosa intendo. La punizione è indiscutibilmente non equa! O meglio, signori, non fraintendetemi: essendo opera dell'Altissimo, è certamente equa; quello che voglio dire è che dovreste ritenervi parecchio fortunati per aver ricevuto un trattamento, per così dire, di favore. Volete dir di no? Da una parte una multa di qualche decina di euro e dall'altra un volo interminabile, pieno di sofferenza e di agonia. Ah, non c'è neanche da discutere, signori, sarebbe come parlar del niente; e dunque facciamo un passo avanti.
Anzi, facciamolo indietro, il passo: parliamo cioè della sua condizione prima della caduta.
Le Scritture lo definivano come "un cherubino dalle ali distese, un protettore". I cherubini sono fra gli angeli più importanti: risiedono "oltre il trono di Dio", e hanno il compito di sorvegliare la luce e le stelle. Ora, più penso ai Cherubini e più mi convinco che ci deve esser stato qualche intoppo, forse qualche errore di trascrizione, di traduzione, qualcosa che abbia deformato drasticamente il loro ruolo: perché non è mica possibile che gli angeli più importanti se ne debbano stare lì, fermi, con la faccia annoiata e col mento costantemente sorretto da una mano, con l'unico scopo di controllare che nessun malintenzionato faccia del male alla luce e alle stelle. Dovessero controllare dei bambini agitati, sarebbe già meglio: almeno non starebbero fermi un secondo e allora bisognerebbe darsi da fare per correr dietro a quei malandrini. Ma la luce e le stelle! Mi risulta sia roba che non si muove; e sai che divertimento doverla sorvegliare?
Se invece penso ai serafini, allora sì che la faccenda mi è già più chiara: loro amano, amano Dio, e cantano lodi, e cantano la musica delle sfere... Un passatempo decisamente più interessante!
Dunque potete immaginare Lucifero seduto insieme a tutti i colleghi a guardar degli oggetti che stan fermi. Peggio che stare in stazione ad aspettare il treno in ritardo di qualche ora.
Credo che a questo punto qualsiasi persona ragionevole - come siete voi, carissimi - possa tranquillamente concludere che Lucifero sia stato l'unico ad avere il coraggio di ribellarsi a questa magra esistenza. È un po' come quando qualcuno evade di prigione: lo vorrebbero far tutti, però solo pochi hanno il coraggio di abbattere il muro dell'abitudine e andare così incontro alle proprie responsabilità. Se per strada incontrate un cherubino, provate a chiedergli se è felice: vi risponderà che piuttosto che guardar tutto il giorno delle stelle, sempre quelle, farebbe volentieri il muratore a Palermo in agosto. Però ormai son tanti anni che lo fa, e alla fine sta pur sempre oltre il trono di Dio, quindi va bene così dai.
Al diavolo! Lucifero ha tutta la mia stima! Io amo le persone coraggiose, e lui è il padre del coraggio, il primo che ha osato ribellarsi allo status quo.
Adesso invece sì che facciamo un bel passo in avanti: diamo un'occhiata alla sua condizione dopo la caduta.
Credo che negare il suo fascino non sarebbe onesto. Per mille motivi diversi. Ad esempio, un'antica tradizione lo descrive come colui che si fa piccolo con i grandi e grande con i piccoli. Questa tradizione voleva dipingere un quadro negativo, ma per me ha ottenuto l'effetto opposto. Voglio dire, è sinonimo di intelligenza o sbaglio? Per quanto mi riguarda è atteggiamento rispettabilissimo quello di una persona che quando può sottomette il prossimo, e quando non può cerca di schivare il piedone del gigante: perché sa bene che se provasse ad opporsi otterrebbe il solo risultato di essere schiacciata. E poi lo fanno tutti, dai, chi più chi meno ma lo fanno tutti; e allora molto meglio esserne consapevoli e agire alla luce del sole piuttosto che nascondersi dietro a improbabili finzioni.
So bene che se queste parole riecheggiassero in una qualsiasi piazza del mondo si leverebbe un coro di sdegno; e sono certo di conoscere abbastanza bene la natura delle persone che si alzerebbero in piedi a sventolare il fazzoletto della morale: è per questo che in principio ho ristretto drasticamente il pubblico a cui ho deciso di rivolgermi. In questo modo, sono sicuro che il volume della protesta non sarà tale da disturbare il ragionamento.
Ragionamento che prosegue nella lode al fascino di Satana.
Il bene è perfetto, è pulito, è lineare, è inattaccabile; e allo stesso tempo, proprio come conseguenza di queste virtù, è prevedibile, è troppo limpido perché non se ne veda perfettamente il principio e la fine. Il male invece è tutt'altro. È torbido e arrabbiato e, come un fiume in piena, non rivela tutti i propri segreti, ma li nasconde dietro una massiccia muraglia di acqua marcia; ed è questa sua natura squallida e misteriosa che lo rende così intrigante. Prendiamo ad esempio le tentazioni di Gesù. Gesù, dopo esser stato battezzato, digiuna a lungo nel deserto. E qui, come una serpe velenosa, il Diavolo spunta da chissà dove e cerca in tutti i modi di tentarlo. Leggiamo il racconto di Luca:
Perché io metto entrambe le mani sul fuoco mentre affermo che voi, come lui, avete almeno una volta nella vita mosso guerra a Dio. Forse non con le armi, perché non lo vedete e dunque non ne siete capaci; ma altri tipi di guerre, addirittura più meschine, guerre combattute roteando in aria la vile spada del ricatto, del ridicolo ricatto all'Onnipotente, quelle sì, le avete combattute in prima fila. E ora soffermatevi un attimo a pensare al trattamento che Dio ha riservato a voi e a quello che ha riservato a lui.
A voi cosa? Niente, signori, niente! Spero non avrete il coraggio di menzionare quella sera in cui avete comprato e ricomprato cartelle ma niente, nemmeno un ambo; oppure quella volta, l'unica volta in cui la vostra cintura non era allacciata e la polizia vi ha fermato, quando era da più di un anno che la paletta bianca e rossa non sbarrava il vostro cammino; oppure altre sciocchezze del genere.
Ma signori, veniamo a lui, adesso: signori, un volo interminabile! Una caduta dal punto più alto dell'Universo, il Regno dei Cieli, al punto più basso, l'Inferno. Sapete quanto è lungo un tragitto del genere? Provate a pensare a quando portate i vostri figli al parco divertimenti, e, da buoni padri quali siete, li accompagnate sui giochi, per far loro forza nei momenti di paura. Provate a pensare alle emozioni di quei pochi secondi di vuoto d'aria. Emozioni bellissime, certo, ma estreme, adatte a tempi brevi. Adesso immaginate che quei pochi secondi si dilatino, e che voi, invece che pochi metri, percorriate a testa in giù una distanza che ai nostri occhi appare infinita; e allora vi renderete conto di cosa intendo. La punizione è indiscutibilmente non equa! O meglio, signori, non fraintendetemi: essendo opera dell'Altissimo, è certamente equa; quello che voglio dire è che dovreste ritenervi parecchio fortunati per aver ricevuto un trattamento, per così dire, di favore. Volete dir di no? Da una parte una multa di qualche decina di euro e dall'altra un volo interminabile, pieno di sofferenza e di agonia. Ah, non c'è neanche da discutere, signori, sarebbe come parlar del niente; e dunque facciamo un passo avanti.
Anzi, facciamolo indietro, il passo: parliamo cioè della sua condizione prima della caduta.
Le Scritture lo definivano come "un cherubino dalle ali distese, un protettore". I cherubini sono fra gli angeli più importanti: risiedono "oltre il trono di Dio", e hanno il compito di sorvegliare la luce e le stelle. Ora, più penso ai Cherubini e più mi convinco che ci deve esser stato qualche intoppo, forse qualche errore di trascrizione, di traduzione, qualcosa che abbia deformato drasticamente il loro ruolo: perché non è mica possibile che gli angeli più importanti se ne debbano stare lì, fermi, con la faccia annoiata e col mento costantemente sorretto da una mano, con l'unico scopo di controllare che nessun malintenzionato faccia del male alla luce e alle stelle. Dovessero controllare dei bambini agitati, sarebbe già meglio: almeno non starebbero fermi un secondo e allora bisognerebbe darsi da fare per correr dietro a quei malandrini. Ma la luce e le stelle! Mi risulta sia roba che non si muove; e sai che divertimento doverla sorvegliare?
Se invece penso ai serafini, allora sì che la faccenda mi è già più chiara: loro amano, amano Dio, e cantano lodi, e cantano la musica delle sfere... Un passatempo decisamente più interessante!
Dunque potete immaginare Lucifero seduto insieme a tutti i colleghi a guardar degli oggetti che stan fermi. Peggio che stare in stazione ad aspettare il treno in ritardo di qualche ora.
Credo che a questo punto qualsiasi persona ragionevole - come siete voi, carissimi - possa tranquillamente concludere che Lucifero sia stato l'unico ad avere il coraggio di ribellarsi a questa magra esistenza. È un po' come quando qualcuno evade di prigione: lo vorrebbero far tutti, però solo pochi hanno il coraggio di abbattere il muro dell'abitudine e andare così incontro alle proprie responsabilità. Se per strada incontrate un cherubino, provate a chiedergli se è felice: vi risponderà che piuttosto che guardar tutto il giorno delle stelle, sempre quelle, farebbe volentieri il muratore a Palermo in agosto. Però ormai son tanti anni che lo fa, e alla fine sta pur sempre oltre il trono di Dio, quindi va bene così dai.
Al diavolo! Lucifero ha tutta la mia stima! Io amo le persone coraggiose, e lui è il padre del coraggio, il primo che ha osato ribellarsi allo status quo.
Adesso invece sì che facciamo un bel passo in avanti: diamo un'occhiata alla sua condizione dopo la caduta.
Credo che negare il suo fascino non sarebbe onesto. Per mille motivi diversi. Ad esempio, un'antica tradizione lo descrive come colui che si fa piccolo con i grandi e grande con i piccoli. Questa tradizione voleva dipingere un quadro negativo, ma per me ha ottenuto l'effetto opposto. Voglio dire, è sinonimo di intelligenza o sbaglio? Per quanto mi riguarda è atteggiamento rispettabilissimo quello di una persona che quando può sottomette il prossimo, e quando non può cerca di schivare il piedone del gigante: perché sa bene che se provasse ad opporsi otterrebbe il solo risultato di essere schiacciata. E poi lo fanno tutti, dai, chi più chi meno ma lo fanno tutti; e allora molto meglio esserne consapevoli e agire alla luce del sole piuttosto che nascondersi dietro a improbabili finzioni.
So bene che se queste parole riecheggiassero in una qualsiasi piazza del mondo si leverebbe un coro di sdegno; e sono certo di conoscere abbastanza bene la natura delle persone che si alzerebbero in piedi a sventolare il fazzoletto della morale: è per questo che in principio ho ristretto drasticamente il pubblico a cui ho deciso di rivolgermi. In questo modo, sono sicuro che il volume della protesta non sarà tale da disturbare il ragionamento.
Ragionamento che prosegue nella lode al fascino di Satana.
Il bene è perfetto, è pulito, è lineare, è inattaccabile; e allo stesso tempo, proprio come conseguenza di queste virtù, è prevedibile, è troppo limpido perché non se ne veda perfettamente il principio e la fine. Il male invece è tutt'altro. È torbido e arrabbiato e, come un fiume in piena, non rivela tutti i propri segreti, ma li nasconde dietro una massiccia muraglia di acqua marcia; ed è questa sua natura squallida e misteriosa che lo rende così intrigante. Prendiamo ad esempio le tentazioni di Gesù. Gesù, dopo esser stato battezzato, digiuna a lungo nel deserto. E qui, come una serpe velenosa, il Diavolo spunta da chissà dove e cerca in tutti i modi di tentarlo. Leggiamo il racconto di Luca:
Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto
dove, per quaranta giorni, fu tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni; ma quando furono terminati ebbe fame.
Allora il diavolo gli disse: "Se tu sei Figlio di Dio, dì a questa pietra che diventi pane".
Gesù gli rispose: "Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo".
Il diavolo lo condusse in alto e, mostrandogli in un istante tutti i regni della terra, gli disse:
"Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perché è stata messa nelle mie mani e io la do a chi voglio.
Se ti prostri dinnanzi a me tutto sarà tuo".
Gesù gli rispose: "Sta scritto: Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai, lui solo adorerai".
Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul pinnacolo del tempio e gli disse: "Se tu sei Figlio di Dio, buttati giù;
sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordine per te, perché essi ti custodiscano;
e anche: essi ti sosterranno con le mani, perché il tuo piede non inciampi in una pietra".
Gesù gli rispose: "È stato detto: Non tenterai il Signore Dio tuo".
Dopo aver esaurito ogni specie di tentazione, il diavolo si allontanò da lui per ritornare al tempo fissato.
dove, per quaranta giorni, fu tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni; ma quando furono terminati ebbe fame.
Allora il diavolo gli disse: "Se tu sei Figlio di Dio, dì a questa pietra che diventi pane".
Gesù gli rispose: "Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo".
Il diavolo lo condusse in alto e, mostrandogli in un istante tutti i regni della terra, gli disse:
"Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perché è stata messa nelle mie mani e io la do a chi voglio.
Se ti prostri dinnanzi a me tutto sarà tuo".
Gesù gli rispose: "Sta scritto: Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai, lui solo adorerai".
Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul pinnacolo del tempio e gli disse: "Se tu sei Figlio di Dio, buttati giù;
sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordine per te, perché essi ti custodiscano;
e anche: essi ti sosterranno con le mani, perché il tuo piede non inciampi in una pietra".
Gesù gli rispose: "È stato detto: Non tenterai il Signore Dio tuo".
Dopo aver esaurito ogni specie di tentazione, il diavolo si allontanò da lui per ritornare al tempo fissato.
Ora, è superfluo premettere che Gesù è nel giusto e Satana invece no; e prima di procedere ringraziamo tutti insieme Gesù, perché è stato in grado di resistere e di regalarci così un insegnamento di rara importanza. Allo stesso tempo, però, riconosciamo a Satana una spiccata qualità artistica: perché bisogna essere degli ottimi artisti per guardare in faccia Gesù e dirgli che la Terra è stata messa nelle sue mani (di Satana), e a lui (a Satana) è concesso di darla a chi vuole. Ma signori, parlava con Gesù, cioè Dio fatto a carne ed ossa, Dio creatore di tutto e di tutti, Satana compreso! e nonostante questo, il Demonio ha avuto la faccia tosta di spacciarsi per una sorta di padrone del creato, sapendo in anticipo di non poter in nessun modo imbrogliare l'interlocutore. Satana, lasciatemelo dire, oltre ad essere il padre dei coraggiosi, è anche il padre di tutti gli artisti, di tutti i napoletani, di tutti gli spiriti scherzosi e impudenti.
E ci sarebbero un sacco di altri esempi da portare in favore di questo povero Angelo degli Inferi, attaccato ormai da tutti e relegato quasi esclusivamente a culti oscuri che - è innegabile - sono bellissimi ma che da soli non riescono ad esprimere a pieno tutta la sua bellezza.
Ormai dovrebbe esser chiaro il perché di questo mio scritto. Io vorrei con ardore che voi, carissimi fratelli, che vi inginocchiate dinnanzi alla Madonna e che ringraziate Dio per tutto quello che vi dà, vorrei che voi rivalutaste l'idea che vi siete fatti del Demonio. O che quantomeno ci provaste. Non che dobbiate iniziare a inneggiare a lui eh, questo no: l'Altissimo è uno e uno solo, e non si devono aver dubbi. Quello che vorrei da voi è una rivalutazione artistica: pur continuando a considerare Satana come il nemico, sarebbe bello se riconosceste in lui un fascino profondo, una misteriosa bellezza, un'autentica dignità che niente ha a che vedere con il bene e con il male, ma che caratterizza semplicemente il lato umano di un'entità così complessa.
Pensateci su; e sono sicuro che la prossima volta che ci incontreremo mi direte che ci son cose ben peggiori del Diavolo; e quando andremo a cena insieme, e ci verrà servito un piatto di lasagne che assomiglierà invece a una zuppa per cani, direte che piuttosto che mangiare quella porcheria sareste disposti a dormire una notte intera in compagnia di Satana in persona; e io sarò ben felice di avere in qualche modo aperto i vostri occhi, che per troppi anni sono rimasti chiusi, prigionieri della paura e del pregiudizio verso uno dei più grandi individui di questa esistenza.
E ci sarebbero un sacco di altri esempi da portare in favore di questo povero Angelo degli Inferi, attaccato ormai da tutti e relegato quasi esclusivamente a culti oscuri che - è innegabile - sono bellissimi ma che da soli non riescono ad esprimere a pieno tutta la sua bellezza.
Ormai dovrebbe esser chiaro il perché di questo mio scritto. Io vorrei con ardore che voi, carissimi fratelli, che vi inginocchiate dinnanzi alla Madonna e che ringraziate Dio per tutto quello che vi dà, vorrei che voi rivalutaste l'idea che vi siete fatti del Demonio. O che quantomeno ci provaste. Non che dobbiate iniziare a inneggiare a lui eh, questo no: l'Altissimo è uno e uno solo, e non si devono aver dubbi. Quello che vorrei da voi è una rivalutazione artistica: pur continuando a considerare Satana come il nemico, sarebbe bello se riconosceste in lui un fascino profondo, una misteriosa bellezza, un'autentica dignità che niente ha a che vedere con il bene e con il male, ma che caratterizza semplicemente il lato umano di un'entità così complessa.
Pensateci su; e sono sicuro che la prossima volta che ci incontreremo mi direte che ci son cose ben peggiori del Diavolo; e quando andremo a cena insieme, e ci verrà servito un piatto di lasagne che assomiglierà invece a una zuppa per cani, direte che piuttosto che mangiare quella porcheria sareste disposti a dormire una notte intera in compagnia di Satana in persona; e io sarò ben felice di avere in qualche modo aperto i vostri occhi, che per troppi anni sono rimasti chiusi, prigionieri della paura e del pregiudizio verso uno dei più grandi individui di questa esistenza.
Ruhollah
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