Spesso si arriva a un punto in cui in un movimento si delinea una volontà operativa. I comunisti alle sette di sera di fronte al palazzo d'inverno parlavano di vodka artigianale e di collettivizzare la zarina. I sanculotti rompevano gusci di lumaca tra i denti e dissetavano gole oniriche con il sangue etilico del re. E anche noi, figli indesiderati del secolo ventesimo primo, pianifichiamo un colpo di stato romano.
Sostanzialmente il movente della nostra invasione dell'Olimpo non sono le tipiche stronzate giudaiche con le quali si riempivano la bocca i nostri vecchi e i contemporanei nani: l'Aristocrazia Elettrica lotta per il sublime.
Nelle discussioni antidemocratiche s'è ragionato più volte del Che fare?.
Lasciando ai Professionisti del settore le architetture leviataniche di utopie empiree noi, amanti del perfetto senza perché, delineiamo dettagli senza linea.
Qui quanto deciso.
-Riaprire la caccia alla balena. (La tensione alla lotta con il mostro. L'arpione. Il dolce sussurro della morte all'orecchio. Il mare abissale e diabolico. In essenza: il sublime incarnato nel gesto. Tutto il senso dell'immotivata vita nell'odio dell'occhio terribile del capodoglio.)
-Legalizzazione dell'omicidio.
-Elitarizzazione della cultura.
-Dovere delle donne di essere decorative.
-Occupazione immediata di Fiume, Nizza, Ajaccio e Canton Ticino per ricordare la necessità bellica dell'esistenza dell'uomo ormai personaggio imbarazzante d'un Iliade d'antieroi.
-Riapertura della guerra di Troia.
-Spostamento della capitale da Roma a Napoli.
-Asfaltamento immediato del Canal Grande.
-Apertura di un casino nella casa di Giulietta a Verona.
-L'uomo imbelle, a livello mentale e fisico, verrà espatriato in un paese scandinavo.
-Ordinamento: anarchia militare romana.
-Difesa del bestiame.
-Alla libertà religiosa commerciale del borghesismo da pasteggio rispondiamo con: chiunque può bruciare chiunque.
-Persecuzione di tutte le anime belle.
La democrazia è una malattia che viene ai vigliacchi.
António de Oliveira Salazar
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