Mark ne ha fatta di strada. È partito questa mattina da casa e pensava di arrivare al McDonald’s di Blueberry St. a Pentonville entro le 20, massimo 20 e 30, giusto per uno spuntino. Il programma prevedeva poi una passeggiata per un’ispezione della zona, beccare Steve, la scelta di un posto dove passare la notte, rigorosamente all’aperto, come i veri rocker, e dormire. Nulla di strano, tanto spazzolino e dentifricio li aveva portati. E aveva anche un deodorante e un asciugamano, non si sa mai. E poi l’ha visto fare in TV.
Genitori bastardi. Come fanno a non capire che un fiore non è più tale se gli si strappano i petali? Codardi. Dicono che una ferita da arma da fuoco possa essere meno letale di un addio, in certi casi. Ecco, non in questo. David sarebbe stato meglio con 3 metri di terra sul suo piccolo ventre che con la testa piena di sabbia. E anche loro lo sanno, solo che vanno a messa tutte le domeniche. Vestiti bene.
David era un grande prima: riusciva anche a scartare Mark a calcio, ogni tanto, quando era in forma. L’ultima volta che l’ha visto i medici dicevano che era leggermente migliorato e ce la cavava a mantenere una media di 15 respiri al minuto.
Chi sono loro per decidere della sua vita? Perché se un vecchio subisce un trauma non ci si preoccupa granchè della sua eventuale morte dato che, dicono, “ha già vissuto” mentre un ragazzino lo si fa vivere, o meglio, sopravvivere ad ogni costo? Chi ha deciso che un giovane vorrebbe vivere comunque sino alla vecchiaia, in qualunque stato? Chi ha detto che questa è la cosa GIUSTA? Chi siamo noi per decidere della sua vita? E, soprattutto, perché era stata ascoltata soltanto la campana della chiesa? Anche Mark voleva essere ascoltato.
Nascosto in codesti pensieri Mark arrivò al McDonald’s come previsto. Ore 20.13. L’impazienza gli aveva bloccato la fame e neanche 10 minuti più tardi era già fuori ad osservare il quartiere e in particolare il parco in cui Steve lo avrebbe aspettato. Luogo perfetto: c’era anche una grossa siepe sotto cui poter dormire e Steve era proprio lì, in piedi, con una Marlboro in bocca. “Ehila Mark! Come stai?” “Bene Steve, grazie, tu?” “A parte i soliti domiciliari tutto a posto grazie” rispose Steve con un ghigno. “Dai facciamo presto.” “Ce l’hai?” “Sì, se hai i soldi sì” “Certo che li ho, ecco” e Mark gli lanciò un marsupio. Steve lo afferrò, vi guardò dentro lo appoggiò a terra. Dopodichè estrasse una pistola dalla cintura e la porse a Mark e fece poi lo stesso con una borsina di stoffa sporca. “Ed ecco le munizioni”. Non ne aveva mai tenuta una in mano, liscia, lucida e stranamente pesante. Invece lui si sentì d’un tratto più leggero e Steve si era già avviato lungo il sentiero, dandogli le spalle.
“Questa volta sarà Mark a decidere per tutti e, statene certi, farà la cosa giusta!” pensò il ragazzo.
Quindi cercò una fontana, si lavò i denti e la faccia, stese il panno sotto la siepe, si coricò e dormì sereno tutta la notte.
Notiziario delle 12:30
“Storia che ha dell’incredibile: proprio questa mattina un ragazzo di soli 18 anni, di nome Mark Stanley, compie una strage totalmente contro natura. Egli è riuscito inspiegabilmente ad entrare nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Pentonville con una pistola. Nel reparto lo attendevano anche i genitori in visita al loro figlio minore, di soli 12 anni, rimasto cerebralmente segnato dopo un incidente automobilistico. Mark appena entrato ha sparato e ferito mortalmente tutti i membri della famiglia presenti, compreso l’amato fratellino, e infine si è tolto la vita. Cosa lo ha portato a compiere un simile gesto? La gelosia? O, più probabilmente, la pazzia? I medici erano riusciti a fare un miracolo tenendo in vita il piccolo David dopo l’incidente, accaduto circa 6 mesi fa, e questo folle gesto ha reso tutto vano. Le forze dell’ordine si sono recate… “
Il Vecchio