domenica 29 dicembre 2013

Bang!

Mark ne ha fatta di strada. È partito questa mattina da casa e pensava di arrivare al McDonald’s di Blueberry St. a Pentonville entro le 20, massimo 20 e 30, giusto per uno spuntino. Il programma prevedeva poi una passeggiata per un’ispezione della zona, beccare Steve, la scelta di un posto dove passare la notte, rigorosamente all’aperto, come i veri rocker, e dormire. Nulla di strano, tanto spazzolino e dentifricio li aveva portati. E aveva anche un deodorante e un asciugamano, non si sa mai. E poi l’ha visto fare in TV. Genitori bastardi. Come fanno a non capire che un fiore non è più tale se gli si strappano i petali? Codardi. Dicono che una ferita da arma da fuoco possa essere meno letale di un addio, in certi casi. Ecco, non in questo. David sarebbe stato meglio con 3 metri di terra sul suo piccolo ventre che con la testa piena di sabbia. E anche loro lo sanno, solo che vanno a messa tutte le domeniche. Vestiti bene. David era un grande prima: riusciva anche a scartare Mark a calcio, ogni tanto, quando era in forma. L’ultima volta che l’ha visto i medici dicevano che era leggermente migliorato e ce la cavava a mantenere una media di 15 respiri al minuto. Chi sono loro per decidere della sua vita? Perché se un vecchio subisce un trauma non ci si preoccupa granchè della sua eventuale morte dato che, dicono, “ha già vissuto” mentre un ragazzino lo si fa vivere, o meglio, sopravvivere ad ogni costo? Chi ha deciso che un giovane vorrebbe vivere comunque sino alla vecchiaia, in qualunque stato? Chi ha detto che questa è la cosa GIUSTA? Chi siamo noi per decidere della sua vita? E, soprattutto, perché era stata ascoltata soltanto la campana della chiesa? Anche Mark voleva essere ascoltato. Nascosto in codesti pensieri Mark arrivò al McDonald’s come previsto. Ore 20.13. L’impazienza gli aveva bloccato la fame e neanche 10 minuti più tardi era già fuori ad osservare il quartiere e in particolare il parco in cui Steve lo avrebbe aspettato. Luogo perfetto: c’era anche una grossa siepe sotto cui poter dormire e Steve era proprio lì, in piedi, con una Marlboro in bocca. “Ehila Mark! Come stai?” “Bene Steve, grazie, tu?” “A parte i soliti domiciliari tutto a posto grazie” rispose Steve con un ghigno. “Dai facciamo presto.” “Ce l’hai?” “Sì, se hai i soldi sì” “Certo che li ho, ecco” e Mark gli lanciò un marsupio. Steve lo afferrò, vi guardò dentro lo appoggiò a terra. Dopodichè estrasse una pistola dalla cintura e la porse a Mark e fece poi lo stesso con una borsina di stoffa sporca. “Ed ecco le munizioni”. Non ne aveva mai tenuta una in mano, liscia, lucida e stranamente pesante. Invece lui si sentì d’un tratto più leggero e Steve si era già avviato lungo il sentiero, dandogli le spalle. “Questa volta sarà Mark a decidere per tutti e, statene certi, farà la cosa giusta!” pensò il ragazzo. Quindi cercò una fontana, si lavò i denti e la faccia, stese il panno sotto la siepe, si coricò e dormì sereno tutta la notte.
Notiziario delle 12:30 “Storia che ha dell’incredibile: proprio questa mattina un ragazzo di soli 18 anni, di nome Mark Stanley, compie una strage totalmente contro natura. Egli è riuscito inspiegabilmente ad entrare nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Pentonville con una pistola. Nel reparto lo attendevano anche i genitori in visita al loro figlio minore, di soli 12 anni, rimasto cerebralmente segnato dopo un incidente automobilistico. Mark appena entrato ha sparato e ferito mortalmente tutti i membri della famiglia presenti, compreso l’amato fratellino, e infine si è tolto la vita. Cosa lo ha portato a compiere un simile gesto? La gelosia? O, più probabilmente, la pazzia? I medici erano riusciti a fare un miracolo tenendo in vita il piccolo David dopo l’incidente, accaduto circa 6 mesi fa, e questo folle gesto ha reso tutto vano. Le forze dell’ordine si sono recate… “

Il Vecchio

domenica 22 dicembre 2013

Golpe.

Spesso si arriva a un punto in cui in un movimento si delinea una volontà operativa. I comunisti alle sette di sera di fronte al palazzo d'inverno parlavano di vodka artigianale e di collettivizzare la zarina. I sanculotti rompevano gusci di lumaca tra i denti e dissetavano gole oniriche con il sangue etilico del re. E anche noi, figli indesiderati del secolo ventesimo primo, pianifichiamo un colpo di stato romano. Sostanzialmente il movente della nostra invasione dell'Olimpo non sono le tipiche stronzate giudaiche con le quali si riempivano la bocca i nostri vecchi e i contemporanei nani: l'Aristocrazia Elettrica lotta per il sublime. Nelle discussioni antidemocratiche s'è ragionato più volte del Che fare?. Lasciando ai Professionisti del settore le architetture leviataniche di utopie empiree noi, amanti del perfetto senza perché, delineiamo dettagli senza linea. Qui quanto deciso.
-Riaprire la caccia alla balena. (La tensione alla lotta con il mostro. L'arpione. Il dolce sussurro della morte all'orecchio. Il mare abissale e diabolico. In essenza: il sublime incarnato nel gesto. Tutto il senso dell'immotivata vita nell'odio dell'occhio terribile del capodoglio.) -Legalizzazione dell'omicidio. -Elitarizzazione della cultura. -Dovere delle donne di essere decorative. -Occupazione immediata di Fiume, Nizza, Ajaccio e Canton Ticino per ricordare la necessità bellica dell'esistenza dell'uomo ormai personaggio imbarazzante d'un Iliade d'antieroi. -Riapertura della guerra di Troia. -Spostamento della capitale da Roma a Napoli. -Asfaltamento immediato del Canal Grande. -Apertura di un casino nella casa di Giulietta a Verona. -L'uomo imbelle, a livello mentale e fisico, verrà espatriato in un paese scandinavo. -Ordinamento: anarchia militare romana. -Difesa del bestiame. -Alla libertà religiosa commerciale del borghesismo da pasteggio rispondiamo con: chiunque può bruciare chiunque. -Persecuzione di tutte le anime belle.
La democrazia è una malattia che viene ai vigliacchi.
                                                                                            António de Oliveira Salazar

giovedì 19 dicembre 2013

Contro l'ergastolo


Invito il lettore a riflettere sulla seguente domanda: a cosa serve tenere in carcere per tutta la vita un criminale? A correggere l'individuo? A restituire alla società persone migliori? 
Purtroppo la risposta è una ed una sola, cioè a niente. Non dà alcun aiuto alla società, anzi è soltanto una spesa economica inutile. Inoltre non ha c'è nemmeno il guadagno di un nuovo uomo pentito e corretto, in quanto questo, anche nel caso diventasse un santo, è destinato alle sbarre per tutta la vita. Quindi questa fantomatica prigione correttiva a cosa serve? 
I grandi pensatori del passato avevano trovato il modo di sostituire questa inutile e moralistica pena con qualcosa di utile per tutta la scocietà e per l'individuo stesso, cioè i giochi circensi. A questo punto tale soluzione mi sembra la più ovvia per risolvere i problemi sopra citati. 
L'uomo moderno ha bisogno del Colosseo! 
I protagonisti, i gladiatori, saranno i condannati alla pena a vita! A loro sarà concessa la possibilità di una morte molto più dignitosa rispetto a quella in carcere da vecchio infelice. Gli sarà data la possibilità di morire nei panni di grandi condottieri e grandi eroi! Ai vincitori verrano concessi lussi ed agi, e un prospettiva (molto lontana) di una possibile libertà, in modo da stimolare alla violenza ed alla lotta gli animi dei carcerati. In tal modo essi renderanno IL servizio alla società, ridonandole il più grande divertimento della storia. Finalmente alla gioventù sarà concesso uno svago migliore e più educativo rispetto ai noiosi ed attuali giochi virtuali. Sarà un evento di grande unione per tutti; le famiglie potreanno passare una splendida giornata inseme assistendo al Massacro di Cartagine. 
Quale splendido giornò sarà quello in cui sangue colpevole ed avorio torneranno ad essere l'anima della società. 
Viva Cesare!

- Prometeo

domenica 8 dicembre 2013

L'obbedienza (come scintilla)

C'è qualcosa di magnifico nell'obbedienza.

Cosa comanda sior capitano?
che noi adesso siamo arrivà


Non è importante quello che io penso o quello che io voglio. Anzi è importante, ma solo per me, in misura intima. Quello che davvero conta è quello che tu mi dici: e io lo farò, puoi giurarci che lo farò, e uccidetemi se non lo farò.
Bellissimo.
Questa volontà diffusa di mettere tutti sullo stesso piano rende i rapporti umani meno nobili. Il problema è che la gente si sente troppo intelligente. Questo fottutissimo illuminismo ha illuso il mondo. Tutti pensano di essere abbastanza intelligenti per non esser comandati da nessuno. Stronzate. Vaffanculo Voltaire. Vaffanculo Lutero. Anche lui: la Bibbia possono capirla tutti. Stronzate. Ridatemi la Messa in latino.
In tutte le grandi arti c'è un maestro e un allievo. All'allievo è concesso di diventar maestro, ma fino a quel momento obbedirà, e non avrà la presunzione di comprendere ogni ordine. Invece no: i fedeli alzano la mano e dicono al prete che la Prima Lettura era da interpretare in altro modo. Ah, fossi io il sacerdote! Puoi giurarci che a quei fedeli taglierei la lingua! Ma chi vi ha concesso di parlare? Accidenti a chi ha detto che tutti hanno un cervello.
È incredibile come oggi più che mai, con un ritardo di tre secoli, gli insegnamenti bestiali di quei dannati filosofi dei lumi siano invocati applauditi acclamati. Il mondo sta diventando piatto come un foglio di carta. L'Occidente è un lago pieno di trote. Solo al di fuori dell'Occidente qualche spiraglio di immensa fierezza.
L'ho già detto altre volte, ma ripeto: si sta perdendo la verticalità. Senza verticalità siamo peggio delle scimmie. Il problema è che la gente non si accorge di quanto una società orizzontale sia poco interessante. Poco frizzante, poco pimpante, poco tutto.
La gente ha fame di diritti. Non di soldi, badate: di diritti. Ah, sarebbe grande cosa se avesse fame di soldi e lo dicesse senza vergogna! sarebbe grande cosa e renderebbe le persone più vere e più sanguigne! Invece no: si vive con l'obiettivo di poter dire 'siamo tutti uguali'. Uguali in questo, uguali in quello, uguali in tutto. Una noia mortale. Una volta o l'altra morirò di noia, già lo so.
L'obbedienza invece. L'obbedienza ha dentro di sé l'orgoglio del leone; l'obbedienza ringhia, guarda dall'alto in basso, l'obbedienza se la mangia l'uguaglianza. Più genuina cazzo, più genuina. Che poi alla fine tutti la vorrebbero, ma manco si rendon conto di quel che vogliono, e poi al giorno d'oggi ci vuol coraggio a parlar così. Perché c'è la Costituzione che congela gli animi.
La Santa Costituzione di merda.
Fosse per me la prenderei in mano e la farei mangiare a dei porci. Starei lì a guardare i porci che mangiano foglio dopo foglio: godimento impagabile. Il continuo appellarsi a quelle pergamene ammuffite di cui è pieno l'Occidente è uno dei motivi principali per cui mi giro e vedo trote dappertutto.
Mi fermo qua - di scatto, senza smancerie. D'altra parte parlar con le trote è come parlare al vento, o ancor peggio perché il vento non ascolta e invece le trote ascoltano e non capiscono. Vi auguro di cadere su quella merda che sputate ogni giorno sotto forma di parole.
Non ci sono più alpini che vanno a ritrovare il proprio capitano semplicemente perché così gli è stato ordinato.

Ruhollah

martedì 3 dicembre 2013

Il Sublime

Noi ricerchiamo il bello. Altro che pugnette. Nemmeno un’idea immensa e folgorante vale più di un solo, misero chicco del più scadente caffè, se non è espressa in una forma armoniosa e avvolgente. Ebbene sì, tutto sta nella forma e nell’emozione che induce. Il significato è secondario, un semplice inganno degli artisti mediocri per riscuotere più successo, raggiungendo anche i deboli, gli stronzi che non hanno abbastanza fegato per ammirare un’opera ed immergervisi, imbarcarsi sulla nave dello spirito, ammainare le vele e attendere NUDI la tempesta dei colori e delle parole, la loro arte. Il culto della forma DEVE prevalere sulla virtù. Ah quanto è grama l’esistenza di coloro che escludono l’arte dalla propria vita, che sia per scelta o per ignoranza, vie parallele che convergono simmetricamente alla precoce morte dell’anima e che sovente coincidono. Tutto è politica, si dice: cazzate! Il mondo non potrebbe in alcun modo migliorarsi se l’essenza dell’umanità coincidesse con le azioni dei singoli, se spirito e corpo, parte fisica e intellettiva si prodigassero per l’unico, sommo, sovrastante scopo: la bellezza. Il resto non conta, la socialità non esiste. Non si possono fare distinzioni, classifiche, la categoria del bello è omogenea. Le correnti artistiche sono tutte sorelle, figlie della Grande Madre Libertà e dell’autorevole Padre Necessità, entità primitive che hanno unito i loro corpi e i loro sospiri, generando il grande, supremo orgasmo e concependo così l’Universo. Da questa azione, più vigorosa e animalesca di qualunque altra l’uomo si possa rappresentare nella mente, prende così forma la Natura, ossia il MASSIMO artista, colei che dà la costante ispirazione; ma non ai reietti, putridi, infami, coglioni che chiudono gli occhi davanti ad un quadro e le orecchie davanti ad un violino, bensì  a coloro che acuiscono i propri sensi e assimilano e modellano ciò che percepiscono, FORGIANDO in maniera creativa e sublime opere d’arte, portatrici di eleganza intrinseca. L’uomo non può che GODERE piangendo sul bordo di un ponte, davanti ad una scrosciante, immensa, infinita cascata.
La bellezza salverà il mondo.

Il Vecchio