Nota: nel seguito verrà utilizzato il termine Avere coscienza con l'intenzione di indicare quel modo di pensare più concreto del pensare e basta. Un malato in maniera mortale può pensare serenamente al suo male, ma non può essere tranquillo quando ne ha coscienza.
Siamo di fronte a un mondo che ha perso i contatti con Dio. Inevitabilmente. Non si fa più sentire. Siamo digiuni di traversate del Mar Rosso e di acqua che diventa vino. Ci restano quindi gli atei e gli pseudo atei.
Le due categorie (atei e pseudo atei) si ritrovano su due fronti diversi, litigano, ma fondamentalmente rientrano tutti nel calmiere che si sente orfano di Dio. Le sfumature tra i due si limitano soltanto a una questione di moda. Entrambi stanno dal versante che ritengono più cool.
Gli atei e, non gli autodefinenti atei, sono coloro che non solo non sentono più Dio e sono offesi da questo (come tutti), ma terribilmente arrabbiati con il loro Padre hanno deciso che non esiste: sono il ragazzino che, abbandonato in tenera età dai genitori, rifiuta in maniera categorica di essere stato abbandonato e si inventa storie pazzesche sulla sua genesi (sono una scimmia che ha perso i peli che a sua volta era un luccio che non aveva i peli che a sua volta era un batterio che passava le giornate a spezzarsi in due).
Gli pseudo atei sono tutti coloro che in una qualche maniera pensano in maniera asettica all'esistenza di Dio senza però viverlo in maniera cosciente: tra questi andiamo dal papa all'intellettuale pascaliano. Il loro credere però non è una cosa conscia è come credere nell'esistenza dell'Africa senza mai esserci stati. Se ne prende atto, ma è un concetto astratto fine a sé stesso.
Se ci fosse qualcuno che crede veramente, in maniera conscia. Se avessimo una persona che ha parlato con Dio come i vecchi profeti, vedremmo le montagne spostarsi e i fulmini piovere sui bestemmiatori, ma non ci è fatta grazia di questo miracolo.
Fatta questa presentazione, andiamo al punto. Il fatto che bene o male, nessuno senta veramente l'esistenza di Dio ci porta al punto successivo: perché vivere? su questo problema ci stiamo sbattendo la testa da tremila anni. Spiegandosi meglio: se Dio esiste e io ne ho coscienza, anche se non so perché vivere, comunque in lui è già compresa la risposta all'interrogativo e, sì, sapere che comunque da qualche parte un essere sa perché bisogna vivere è comunque più confortante di pensare che da nessuna parte ci sia qualcuno che sa perché vivere.
Ma siamo tutti dell'avviso che da nessuna parte ci sia qualcuno che sa il perché. Quindi a livello del tutto naturale potremmo anche farci prendere dal panico. Gente potrebbe perdere la testa e ammazzarsi (totalmente a caso). Alcuni potrebbero fingere per tutta la vita di aver visto Dio pur di non ammettere la sua non presenza. E poi c'è l'eroe: Fedor Pavlovic Karamazov.
Fedor Pavlovic Karamazov è un miracolo. Padre dei fratelli Karamazov è l'incarnazione del vizioso e dell'attaccamento alla vita: il suo Dio è il corpo. Lui si erge di fronte al Nulla. Sputa in faccia ai propugnatori di ideali e gli fotte il portafoglio. Deruba il figlio per comprargli la sua donna. Imbroglia il povero e non ama nessuno. Di fronte ai diavoli che lo artigliano per portarlo all'inferno si aggrappa alla coppa della Vita e non si fa tirare giù e beve. Fedor Pavlovic non sa se esiste Dio, non sa cosa sia giusto o sia sbagliato, ma sa che fino a settanta anni dovrà prestare servizio al padrone più dolce di tutti. Piacere lo tiene legato al guinzaglio e lo conduce dove meglio starà. Fedor non è libero, ma a che cazzo serva la libertà quando godi? I seguaci della libertà e degli alti ideali sono solo un branco di spocchiosi che se non stanno più in alto degli altri non stanno bene. Fedro Pavlovic sta in basso, sulla sua testa volano pseudo santi e i grandi brillano in alto come stelle: che brillino e non rompano il cazzo! finché Piacere lo tiene al suo tavolo, Fedor Pavlovic starà bene e di voi che vivete in deltaplano e il cui unico piacere e cagare a duemila metri su i levrieri di Piacere, e il resto è solo invidia per loro, non gliene frega un cazzo. Fedor Pavlovic nel naufragio dipendente dal fatto che Dio non si fa sentire, dà la risposta più semplice e ragionevole: non si spara, non si impicca, non fa la guerra, non rompe i coglioni ad altri, ma diventa monaco di Piacere e sta bene.
Quando Dio mai darà spiegazioni Fedor Pavlovic si darà una ripulita e darà un lungo ultimo bacio di addio a Piacere e farà quanto è necessario.
Antonio De Oliveira Salazar
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