La preparazione
della canna si suddivide in 3 fasi: preparazione materiale,
preparazione mista, chiusura.
Fase 1: preparazione
materiale.
Esiste una lista di
attrezzi che io qui definisco “necessari”, ma non perché senza
di essi si debba mettere via l’idea di far su o rimandare a un
momento più propizio, semplicemente perché il seguente elenco
contiene il materiale preferibile, la prima scelta, che permetterà
una migliore resa del prodotto finale. La filosofia dei fattoni è
che ogni elemento è sostituibile, a parte ovviamente l’erba o il
fumo chiamati in questo contesto “materia prima”. Per tutti gli
altri oggetti indicherò a tempo debito i giusti sostituti, nel caso
la prima scelta non sia disponibile.
Ovviamente il
progresso ci porta a una strumentazione di qualità sempre più
elevata e che porta a risultati migliori e in tempi minori, ma non mi
lascerò prendere dalla filosofia tecnologica ed esporrò il metodo
classico.
Il materiale
necessario per far su è il seguente:
-
grinder
-
cocca
-
filtro di carta
-
cartina lunga
-
sigaretta
-
erba o fumo
Evidenzio un
concetto: le fasi 1 e 2 non devono per forza avvenire in
quest’ordine cronologico (anche se è consigliato che lo siano);
sovente capita che le due fasi vengano assegnate a due persone
diverse, soprattutto per accorciare i tempi e per evitare che uno
abbia su di sé tutta la sbatta.
Parliamo del primo
oggetto in lista, il grinder: questo serve soltanto nel caso in cui
si abbia l’erba, se si ha il fumo (hashish) è perfettamente
inutile. Un ottimo sostituto del grinder è il grattugino, una
tessera metallica forata, delle dimensioni di una carta di credito,
molto comodo soprattutto perché lo si può tenere nel portafoglio.
Nella prossima fase spiegherò anche come fare se non si ha a disposizione nessuno dei due.
La cocca è la
ciotola in cui si prepara la mista. Ha questo nome perché una scelta
classica è una mezza noce di cocco (ovviamente svuotata, seccata e
pulita). Come alternativa si può usare una qualunque ciotola che sia
abbastanza liscia, pulita, vagamente tondeggiante e comoda da
maneggiare. Un esempio è una pallina da tennis ammezzata. Ovviamente
anche in questo caso se ne può fare a meno e mettere la mista su un
tavolo o un piano pulito o in mano.
Il filtro di carta
viene fatto a partire da un foglietto rettangolare di cartoncino non
troppo spesso, ma più spesso di un foglio di carta. Per avere
un’idea il cartoncino deve avere una dimensione doppia dell’altra
e la dimensione più corta deve essere lunga circa quanto è lungo il
filtro di una normale sigaretta. In tabaccheria e nei negozi
specializzati vengono venduti dei cartoncini con cui fare i filtri,
questi sono ottimi perché hanno le giuste dimensioni e spesso anche
dei taglietti che guidano la preparazione del filtro stesso. Le
alternative usate più di frequente sono: biglietti del treno o del
bus, biglietti da visita, flyers delle discoteche… Ovviamente
questi vanno strappati in modo da ridurre le dimensioni.
Per preparare il
filtro si prende il cartoncino dal lato corto e si fanno 4 pieghette
alte circa 2 mm, una dopo l’altra in stile fisarmonica; dopodichè
si arrotola il resto del cartoncino attorno a questa fisarmonica fino
ad ottenere un cilindretto (fate in modo che sia il più regolare
possibile) il cui diametro sia di 4/5 mm. Una indicazione della
qualità del filtro (oltre alla regolarità del cilindro) si ottiene
guardando la base del filtro: si dovrebbe vedere che la fisarmonica
si sia disposta a forma di M. Ci sono tanti altri modi per fare un
filtro e, in generale, questi si distinguono in base alla lettera che
si vede guardando la base del filtro: esistono anche filtri a S, a O,
ecc…
La cartina è
difficilmente sostituibile. Invece di una lunga si possono incollare
due cartine corte: si lecca il primo pezzo di colla di una e la si va
a incollare sul lato corto dell’altra, dalla parte in cui non verrà
messo il filtro, dopodichè si strappa la carta in eccesso. È
importante guardare da che parte attaccare la cartina perché una
parte della cartina lunga così formata non avrà la colla: si vuole
che quella parte non sia la stessa in cui c’è il filtro (zona che
richiede un’ottima adesione per mantenere salda la struttura). Tra
le marche di cartine più famose, personalmente preferisco le OCB, in
secondo luogo le Rizla e infine le Smoking.
Se non si ha la
cartina è altamente consigliato cambiare tipo di fumata: bong,
cilum, pipetta…
Se si è proprio
disperati si può usare luna pagina di un libro che abbia una carta
il più leggero possibile (ad esempio la Bibbia).
Come sigaretta ci si
accontenta di una qualunque, potendo scegliere prendetene una il cui
tabacco non sia molto forte e non copra il sapore dell’erba. Il
tabacco delle sigarette è preferibile al tabacco sfuso perché più
comodo da mescolare e da rollare.
Se non si hanno
sigarette o tabacco si può far su un purino (solo erba).
Fase 2: preparazione
mista
Se si fa su con
l’erba si prende la quantità di erba desiderata (la quantità
varia molto in base a qualità dell’erba, assuefazione, scimmia…)
e la si sgrinda, ovvero la si mette nel grinder, cercando di evitare
la zona centrale, si chiude il grinder e si gira il coperchio per una
decina di secondi, alternando rotazioni orarie e antiorarie. Fatto
ciò si apre il grinder e si mette l’erba sgrindata nella cocca,
sbattendo corpo e coperchio del grinder un paio di volte per far
cadere anche i pezzettini più incastrati. Se si ha la grattugia
semplicemente la si posiziona sopra alla cocca e si gratta l’erba
sui fori. Se non si ha nulla si staccano a mano piccoli pezzettini,
uno per volta.
Se si dovessero
trovare dei semi nell’erba toglieteli.
Se si vuole usare il
fumo l’obiettivo è staccare dei pezzetti di fumo il più piccoli
possibile, eventualmente scaldando il pezzo o facendo prima una
bisciolina per rendere la cosa più facile. Ci sono tanti più modi
per far su col fumo rispetto all’erba, ma non mi ci soffermerò.
Una volta che la
cocca contiene l’erba o il fumo si procede ad aggiungere il tabacco
della sigaretta e a mescolare BENE il tutto aiutandosi con una
chiave, una sigaretta o semplicemente con le dita. La mista deve
essere il più omogenea possibile. Come quantità indicativamente si
fa un metà erba e metà tabacco (sarebbe meglio 2/3 e 1/3, se si ha
la capacità di sostenere la fumata o si è in tanti). Se si ha il
fumo si mette una sigaretta intera. Non buttate il filtro della
sigaretta che tornerà utile alla fine.
Fase 3: chiusura
Durante questa fase
lavorare tenendo la cocca (o un piano) sotto le mani in modo da poter
recuperare l’erba che eventualmente cadrà.
Disporre la mista
nella mappa sulla faccia in cui c’è la colla, in modo che, dei due
lati lunghi, quello con la colla sia all’esterno; inoltre la mista
non deve occupare tutta la cartina ma bisogna lasciare lo spazio per
il filtro (senza metterlo per ora). Chiudere in due la cartina
facendo in modo che pollice e indice di ogni mano si tocchino;
mettere le dita (tenendole chiuse) di entrambe le mani dalla parte in
cui ci sarà il filtro; tenendo fissa la mano più esterna far
scorrere l’altra verso l’altro lato tendendo chiuse le dita e
facendo contemporaneamente scivolare su e giù pollice e indice di
entrambe le mani, facendo in modo che la canna inizi a prendere la
sua classica forma conica. Ripetere l’operazione un paio di volte.
Per far capire, il movimento su e giù che va compiuto con le dita è
simile a quello che usiamo noi italiani per definire il denaro con un
gesto.
Mettere il filtro
nell’alloggio che gli era stato riservato, appoggiandolo per metà
fuori e metà dentro sulla cartina e poi spingendolo verso la mista,
in modo da evitare che dei pezzi della stessa si infilito tra filtro
e cartina.
Ripetere nuovamente
la rollatura fatta in precedenza, mantenendo pollice e indice di una
mano fissi sul filtro e facendo scorrere di lato l’altra, stavolta
seguendo, per le dimensioni, la guida del filtro.
Qua si arriva al
momento più delicato di tutto il procedimento, la chiusura vera e
propria della canna. Ci vuole tempo e impegno per arrivare a fare una
chiusura perfetta e una descrizione a parole come sto facendo io non
potrà mai rendere l’idea quanto vedere questo gesto compiuto da
mani esperte; perciò il mio consiglio è: se ne avete la possibilità
imparate a chiudere una stufa osservando bene un bravo rollatore.
Mentre fate su e giù
con le dita e contemporaneamente muovete di lato una delle due mani
arriverete al punto in cui la mano che state spostando si trova nel
punto in cui finisce la mista e la cartina è più o meno vuota da lì
in poi; a questo punto scendete delicatamente con i pollici, più del
solito, (e allo stesso tempo salite con gli indici dall’altra
parte, ovviamente) fino a che il lato lungo della cartina che è a
contatto con i pollici non smette di toccare l’altra parte della
cartina e inizia a toccare la mista. Appena ciò accade fermate il
movimento ed iniziate quello opposto, ovvero far risalire i pollici
facendo però attenzione che il lato della cartina che aderisce alla
mista continui a farlo e si infili di conseguenza sotto all’altra
parte della cartina (questa è la genesi vera e propria della canna).
Adesso continuate il movimento nello stesso senso e cercate di
avvolgere la cartina rimasta fuori alla giolla appena formata fino a
che rimarrà fuori soltanto la striscia di colla. Tenendo ferme le
dita e bloccata con delicatezza la canna, leccate la colla in tutta
la sua lunghezza e, partendo dalla parte opposta del filtro iniziate
ad incollare la cartina alla canna, scendendo pian piano fino ad
arrivare a chiudere la cartina sul filtro (fate attenzione che sul
filtro la chiusura deve essere bella stretta).
La parte cruciale
della fase 3 è terminata. Adesso mettete la canna in verticale, col
filtro in basso, e fatela gentilmente battere su un piano rigido in
modo che la mista si compatti il più possibile. Per migliorare
ancora la compattezza prendete il filtro della sigaretta (o qualcosa
di simile: una penna, una matita, una chiave…), inseritelo sulla
cima della canna e pressate ulteriormente la mista (sempre senza
esagerare con la forza).
Infine arricciate la
parte di cartina rimasta libera in cima alla canna.
Questa è la
chiusura classica. Un modo alternativo ma molto efficace e di qualità
per chiudere è la “chiusura a bandiera”; questo metodo, che non
andrò a esporre, permette di eliminare una parte di carta e di usare
solo la quantità indispensabile (meno carta si fuma, meglio è).
Vige la regola
importantissima del “chi arriccia, appiccia”, nel senso che colui
che ha rollato la stufa sarà quello che la accenderà e il primo a
fumare. Dopo di lui vengono chi ha messo l’erba e poi chi ha
preparato il materiale o ha aiutato in un qualche modo, poi tutti gli
altri.
Fanculo.
-Il Vecchio
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