Se nel 1883 a Casamicciola la terra non avesse tremato, forse Benedetto
Croce non sarebbe diventato il più stimato dei filosofi italiani del suo
tempo. Perse i genitori e la sorella, rimase sotto le macerie per
ore. Continuò poi la sua vita a Roma nella casa del filosofo Silvio
Spaventa. Senza sisma forse sarebbe rimasto a Napoli, forse si
sarebbe laureato, forse non avrebbe mai conosciuto la filosofia,
forse si sarebbe occupato solo di letteratura e di storia locale. I
terremoti scuotono le vite delle persone in modi differenti. Per
alcuni sono degli assassini, per altri degli agenti di sfratto, per
altri ancora sono grandi spaventi e per i più sono solo un
fresco tema di conversazione mattutina, tra un cornetto e un caffè.
Ogni terremoto lascia dietro di sè un putrido mare di lacrime.
Putrido perché alle lacrime di dolore si mescolano lacrime di
compassione, di circostanza e di gioia. Le lacrime di compassione
sono quelle dei più, i quali hanno un così grande, e quasi sempre
inconsapevole, amor proprio da non riuscire a sopportare nemmeno
l’idea che una tragedia tale sarebbe potuta abbattersi su di loro.
Le lacrime di circostanza sono quelle di coloro che si conformano volentieri all'opinione comune, per convenienza o per idiozia. Le lacrime di gioia sono quelle di chi
guadagna dalle disgrazie altrui, ad esempio, i giornalisti. Nei primi giorni di soccorso un cordone di Alpini si è valso con onore per limitare la forza dirompente di un’incontenibile folla di giornalisti accorsi ai piedi della tragedia. In una
trasmissione della Rai un’inviata poco accorta (o forse più
aggiornata sulle ultime tendenze in fatto di morale) non è riuscita
a sentire in auricolare che cosa le stava consigliando di fare la conduttrice in studio, e
cioè di non importunare i vigili del fuoco che stavano soccorrendo i
terremotati, e così nulla gli ha impedito scomodarne
qualcuno in diretta, per tentare di carpire qualche preziosissima
informazione in esclusiva. L’intercessione di San
Francesco di Sales
è stata così efficace che il terremoto è andato proprio a
collocarsi fra la fine delle Olimpiadi e l’inizio della stagione
autunnale, in un periodo altrimenti esangue di contenuti spendibili
per il palinsesto televisivo. Per alcuni i terremoti sono
opportunità. Potrebbe
sembrare inopportuno parlare del terremoto come di un’opportunità
(se non altro per evitare il gioco di parole) ma è proprio l’unica
cosa che è possibile fare in questi frangenti per proteggersi
dall’alluvione.
L'animo del Giaguaro
Nessun commento:
Posta un commento