lunedì 12 settembre 2016

Troppe lacrime sui terremotati: rischio di alluvione

Se nel 1883 a Casamicciola la terra non avesse tremato, forse Benedetto Croce non sarebbe diventato il più stimato dei filosofi italiani del suo tempo. Perse i genitori e la sorella, rimase sotto le macerie per ore. Continuò poi la sua vita a Roma nella casa del filosofo Silvio Spaventa. Senza sisma forse sarebbe rimasto a Napoli, forse si sarebbe laureato, forse non avrebbe mai conosciuto la filosofia, forse si sarebbe occupato solo di letteratura e di storia locale. I terremoti scuotono le vite delle persone in modi differenti. Per alcuni sono degli assassini, per altri degli agenti di sfratto, per altri ancora sono grandi spaventi e per i più sono solo un fresco tema di conversazione mattutina, tra un cornetto e un caffè. Ogni terremoto lascia dietro di sè un putrido mare di lacrime. Putrido perché alle lacrime di dolore si mescolano lacrime di compassione, di circostanza e di gioia. Le lacrime di compassione sono quelle dei più, i quali hanno un così grande, e quasi sempre inconsapevole, amor proprio da non riuscire a sopportare nemmeno l’idea che una tragedia tale sarebbe potuta abbattersi su di loro. Le lacrime di circostanza sono quelle di coloro che si conformano volentieri all'opinione comune, per convenienza o per idiozia. Le lacrime di gioia sono quelle di chi guadagna dalle disgrazie altrui, ad esempio, i giornalisti. Nei primi giorni di soccorso un cordone di Alpini si è valso con onore per limitare la forza dirompente di un’incontenibile folla di giornalisti accorsi ai piedi della tragedia. In una trasmissione della Rai un’inviata poco accorta (o forse più aggiornata sulle ultime tendenze in fatto di morale) non è riuscita a sentire in auricolare che cosa le stava consigliando di fare la conduttrice in studio, e cioè di non importunare i vigili del fuoco che stavano soccorrendo i terremotati, e così nulla gli ha impedito scomodarne qualcuno in diretta, per tentare di carpire qualche preziosissima informazione in esclusiva. L’intercessione di San Francesco di Sales è stata così efficace che il terremoto è andato proprio a collocarsi fra la fine delle Olimpiadi e l’inizio della stagione autunnale, in un periodo altrimenti esangue di contenuti spendibili per il palinsesto televisivo. Per alcuni i terremoti sono opportunità. Potrebbe sembrare inopportuno parlare del terremoto come di un’opportunità (se non altro per evitare il gioco di parole) ma è proprio l’unica cosa che è possibile fare in questi frangenti per proteggersi dall’alluvione.

L'animo del Giaguaro

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