martedì 7 ottobre 2014

La nobiltà d'ammazzare il porco.


Satrapi agiati nelle mollezze.
Quasi non ci fosse domani.
Stomaci famelici su dei cuscini.
Cavallette del duemila troppo grasse per spiccare balzi.
Neonati, poppanti cibo, che defecano, inconsci, distruzione.
Devastiamo il creato, ma con la cannuccia.
Siamo sovrani effeminati che guardano vogliosi l’universo e, facendo un po’ di puttane moine mandiamo per il mondo, tappandoci gli occhi, i nostri eserciti a saccheggiare il cosmo.
Nella nostra buona cecità pensiamo di non sporcarci le mani e accusiamo di malvagità il fedele suddito portante brani di cadavere che divoriamo mentre sputacchiamo condanne verso tutto e tutti.
E così le nostre menti si lordano di bontà e buoni sentimenti, quando di buono non hanno proprio nulla.
Civili, ci vestiamo di Loden color razzia.
Merita più rispetto il villano che si sporca le mani ammazzando il porco.

Antonio De Oliveira Salazar

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