domenica 15 giugno 2014

La città è piena di sbirri in borghese

Lo zingaro coi denti marci (o l'albanese, o quel pensiero vermiforme di periferia) mi s'avvicina con l'andatura di una vecchia canzone mutilata. Il duomo, si sente a orecchio, è bianco.
-Ciao
-Ci siamo già visti
-Un anno fa?
-No prima
-La scorsa settimana
-Un mese fa
-Infatti. Sono uscito di prigione un mese fa... cosa deve fare un carcerato che è appena uscito di prigione?
-Non so.
-Giro per tutte le caritas del mondo. Nessuno m'aiuta. È tutto pieno di sbirri in borghese. La Luna mi guarda con occhio perverso di secondino. Le stelle sono sbarre... ho un figlio, sai quanto costa un'anima?

Lo zingaro diabolico girava gli occhi. A volte non aveva le pupille. A volte respirava dello zolfo che teneva in una mano.

-Dipende da quanto pesa
-Te lo dico io. Quaranta euro. Aiutami a comprargliene una.
-Non ho soldi.
-Io ho una lama.

Un barbone recitava la messa nera per il consorzio del mangime bovino. Urlava ad alta voce -Bruciate gli uomini di pane-.

-Questo non cambia le cose. Non ho soldi.
-Ma hai un anima.

Il caldo arroventava il caldo marcio dei denti sulla lama. Un uomo con un cappello giustiziava piccioni su una panchina. 
Mi ricordai che Lorenzo De Medici scriveva poesie. Poesie di merda.


Antònio De Salazar Oliveira





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