Il caribbi suonava un wodoo satanico al
pianoforte. Fumo. Diavoli in grigio soffocavano l'aria. Un uomo pitone
ondeggiava. Un'odalisca baciava Sileno in un bicchiere. La musica
calda sussurrava forte ai timpani posseduti. Lasciva, una bottiglia
affondata nel piacere eiaculava un incubo tropicale.
Il negro dietro al bancone teneva vivo l'antico fuoco di Vesta in
sigari domenicani. Una voce femmina di fachiro incantava i Diavoli in
grigio che soffocavano l'aria.
Il Creolo o Lui o Belzebù s'alzò per
andarsene. Lei o Circe o la Cafra lo legò con lo sguardo.
Respirando aria avvelenata, i pantaloni
flosci lo portarono dalla strega. La tirò su. Il pianista rise un -eh! Eh!- forte, spalancando una caverna nera con rari denti aguzzi. Il Sabba pagano
addensava l'aria come quella di un bordello algerino. Scambiarono
qualche passo. Il Dio del sangue applaudiva sbronzo in fondo alla
sala. Lei agitava la gonna. Lui le sussurrava lentamente all'orecchio offerte
per la sua anima. Lei svaniva la mente nel PataAan Tadaan paan. I loro piedi erano di
pantere d'odio in gabbia. Le mani del Creolo cercavano di divorare il
corpo di Lei. L'alito di Lei addensava al naso di Lui la notte della
jungla. La cantante dalla voce di fachiro abbozzava piano un
testo in francese di corpi sudati e negromanzia blu. Il
caribbi palpava il pianoforte come fosse una vecchia puttana. Un imam
sceso dal minareto beveva lentamente vino portoghese per dimenticare la sura. La
lingua della negra iniziò a uscire fuori dalla bocca suadente come
un'anaconda avvolgendo nelle sue spire la testa del Creolo. I
pantaloni flosci del Creolo strisciarono lungo le gambe della negra.
Le gambe s'aggiravano molli nell'incubo della pista. Entrò un ebreo. Iniziò a sussurrare sommessamente con una tromba la morte di Cristo alla
cantante. Raarara rararrraa rrrarrrrr. La musica si sciolse. I
ballerini si sciolsero. La stanza si sciolse. Blu blu blu blu.
António De Oliveira Salazar
Nessun commento:
Posta un commento