domenica 1 giugno 2014

Arabesco in blu (improvvisazione su un disco di Ellington).

Il caribbi suonava un wodoo satanico al pianoforte. Fumo. Diavoli in grigio soffocavano l'aria. Un uomo pitone ondeggiava. Un'odalisca baciava Sileno in un bicchiere. La musica calda sussurrava forte ai timpani posseduti. Lasciva, una bottiglia affondata nel piacere eiaculava un incubo tropicale. Il negro dietro al bancone teneva vivo l'antico fuoco di Vesta in sigari domenicani. Una voce femmina di fachiro incantava i Diavoli in grigio che soffocavano l'aria.
Il Creolo o Lui o Belzebù s'alzò per andarsene. Lei o Circe o la Cafra lo legò con lo sguardo.
Respirando aria avvelenata, i pantaloni flosci lo portarono dalla strega. La tirò su. Il pianista rise un -eh! Eh!- forte, spalancando una caverna nera con rari denti aguzzi. Il Sabba pagano addensava l'aria come quella di un bordello algerino. Scambiarono qualche passo. Il Dio del sangue applaudiva sbronzo in fondo alla sala. Lei agitava la gonna. Lui le sussurrava lentamente all'orecchio offerte per la sua anima. Lei svaniva la mente nel PataAan Tadaan paan. I loro piedi erano di pantere d'odio in gabbia. Le mani del Creolo cercavano di divorare il corpo di Lei. L'alito di Lei addensava al naso di Lui la notte della jungla. La cantante dalla voce di fachiro abbozzava piano un testo in francese di corpi sudati e negromanzia blu. Il caribbi palpava il pianoforte come fosse una vecchia puttana. Un imam sceso dal minareto beveva lentamente vino portoghese per dimenticare la sura. La lingua della negra iniziò a uscire fuori dalla bocca suadente come un'anaconda avvolgendo nelle sue spire la testa del Creolo. I pantaloni flosci del Creolo strisciarono lungo le gambe della negra. Le gambe s'aggiravano molli nell'incubo della pista. Entrò un ebreo. Iniziò a sussurrare sommessamente con una tromba la morte di Cristo alla cantante. Raarara rararrraa rrrarrrrr. La musica si sciolse. I ballerini si sciolsero. La stanza si sciolse. Blu blu blu blu.

Annio De Oliveira Salazar        

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