mercoledì 30 ottobre 2013

Caccia alla volpe in autunno

Cadaveri in giallo decompongono il suolo. La belva rossa fugge calpestando la carcassa della primavera finalmente decisasi al suicidio. Uomini e cavalli fulmini. Mastini d'abisso corrono. Bocche. Olfatto. Fucili. Febbre omicida. Caccia. In essa tutto. Virtù achea liquida. Nella volpe rossa la grandezza. Si bracca il bello: per l'altro c'è il bastone.
L'animale supera il fiume per dimenticare l'odore. Istinto. Foga. Si supera. Si ritrova la traccia. Suono di corno sordo. La foresta urla. L'amante di quello stronzo del piccolo principe è rincorsa dal suo stesso cadavere...
La caccia alla volpe in autunno è l'unica forma d'arte. La sola possibilità umana di salvezza. Nell'atmosfera di morte decadente si insegue il sublime -l'eccezionale- per strangolarlo e crocifiggerlo sulla pagina. Alcuni meschini, o narcisi, o cristici pazzi!, catturata la fiera, la espongono alla massa fagocitante, urlante, bramosa di dilapidarne il valore con i loro occhi famelici senza aver capito un cazzo della morte, della violenza e dell'autunno...
Quando si afferra il sublime bisogna bruciarlo e tornare nel delirio della foresta urlando.


António de Oliveira Salazar

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