sabato 7 maggio 2016

Il pene e la radice maschilista dell'antidemocrazia

Oggi, 6 maggio 2016 ricorre l'anniversario della nascita di Freud. Vi sono buoni motivi per celebrarla: primo di tutti è che sapendolo essere nato 160 anni fa questo significa che è anche morto e la morte di un ebreo è sempre un'ottima cosa. In secondo luogo il caro giudeo d'oltralpe ha mostrato al mondo l'importanza del pene nella psicologia.


"Ah grazie, anche io che son negro so che il pene è importante, sennò non si scopa e non si fa figli!".



Taci! Negro di merda, direbbe D'Annunzio, e ne avrebbe ben donde. Procreare è il più infimo compito del pene. È evidente infatti come un tale strumento sia innanzitutto un simbolo, simbolo di potenza, di volontà di potenza, di poter sottomettere gli altri e di esercitare la propria antidemocrazia. Il suo stesso essere al di fuori del corpo mostra come la sua natura sia di voler uscire, andare oltre, conquistare e sopraffare, mentre la vagina, tremolante e paurosa figa, rientrando in sé stessa dimostra paura e vigliaccheria. Il pene è fatto per entrare, prendersi ciò che è suo di diritto, e se non è suo diritto, ci sborra sopra e diventa suo diritto.
Perciò, compagni camerati, tirate fuori il vosto pisello, la verga, il cazzo, la minchia, l'uccello e prendetevi ciò che è vostro: TUTTO.


Il Tidide Diomede

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