mercoledì 27 aprile 2016

Khomeyni

L'ayatollah stava sdraiato su mille divani sfondati ricoperti di porpore e damaschi. Fissava il Gran Visir fumare da un narghilè viola un fumo verde. Stava seduto (il G.V.) su un materasso preso via dalla spazzatura. Un materasso dorato. Rifletteva (l'ayatollah) sulla rivoluzione iraniana fissandosi le nocche dure da contadino. Pensava a costruire barricate contro la borghesia occidentale senza pensarlo in questi termini. Per l'esattezza stava pensando che Teheran è più sexy d'autunno.
-Pezzo di merda, potresti fumare un po' più fuori dalla finestra?-
Il gran visir borbotta qualche blasfemia e si sporge fuori dalla finestra sognando un terrazzino, un'epoca mite e un'odalisca per cui ammazzare Giovanni Battista.
L'ayatollah riflette.
Si rigira tra il rosso delle porpore e lo sfondato dei divani. Il turbante è nero. La barba bianca. Il vestito buio.
-Prenda nota gran Visir: voglio educare alcuni agenti dell'Islam inc. che vadano in giro per le strade dell'Occidente a pugnalare cani domestici per strada.
-Scrivo.
L'ayatollah è soddisfatto.
-Scriva: si devono mangiare solo granaglie scondite e fare stretching per vivere.
-In che senso?
-Nel senso che Allah Dio cane.
-Ah...
L'ayatollah s'eclissa un attimo.
-...E' una regola di vita. Lei ha mai sentito parlare di regole di vita?
-L'unica regola di vita che conosco e' che devo finire un pacchetto morbido di camel blu al giorno.
L'ayatollah si mette a leggere un libro di teoria dei numeri e chiude la conversazione. Una volta aveva detto che la teoria dei numeri era un modo per interpretare il Corano.  Le parole esatte erano state:-Il teorema di Fermat si dovrebbe chiamare 'la prova matematica della giustizia della Shari'a'.
Il Gran Visir canticchia qualcosa agli alberi persiani fuori dal palazzo coabitato nella Teheran rigurgitante abitanti e pensa che l'ayatollah assomiglia terribilmente a San Francesco.
Una formica inizia a camminare tra le mattonelle. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra.  E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra.  E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra.
L'ayatollah le guarda seccato e con un briciolo di angoscia nel lago del cuore (galleggia (il briciolo di angoscia) inquietante come un pesce siluro morto nel Po). Pensa che ha fatto la rivoluzione in Iran e può anche annientare delle cazzo di formiche. Le guarda da vicino. Le studia. Le segue. Loro lo fissano. Sono solo come tanti piccoli occidentali spaventati dalle sopracciglia a punta del cuore dell'Islam. L'ayatollah sta a culo per aria.
-Ayatollah cosa fa?
Silenzio.
-Cosa fa?
-Sto leccando la figa mestruata di Oriana Fallaci.
Il Gran Visir torna a guardare fuori, mentre pensa  a che gusto puo' avere la figa mestruata di Oriana Fallaci. Giunge alla conclusione Verde smeraldo affumicato.
L'ayatollah inizia a schiacciare le formiche con i polpastrelli, ma per ognuna che ne ammazza cento gli si infilano nel turbante. Usa i piedi. Scalcia. Si distribuiscono ovunque. Tira fuori un vecchio AK47 e inizia a sparare pieno d'ira contro le formiche. Quelle muoiono, ma sono infinite. Iniziano a riempire la stanza. Allah interviene, schiocca le dita e ne muoiono un miliardo, ma non finiscono. Il Gran Visir inizia a fumarle nel narghile', ma per quanto fumi insetti, questi si centuplicano. La stanza si riempie di fumo viola carne di formica e di insetti neri.
L'ayatollah si siede e guarda il disastro in cui e' piombato l'appartamento nel coabitato di Teheran rigurgitante di abitanti e si mette a fare stretching indifferente all'ansimare della massa che lo vuole schiacciare.
L'Islam galleggia nell'aria come un formichiere alato che cerca bombe atomiche.

Antonio De Oliveira Salazar





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