“Il principale ufficio di tutti gli uomini, i quali dalla natura superiore sono chiamati ad amare la Verità, pare che sia questo: che come loro sono arricchiti per la fatica degli antichi, così s'affatichino di dare delle medesime ricchezze a quelli che dopo verranno.” Così Dante affermava nell'incipit del De Monarchia. E siccome è d'uopo dell'Antidemocratico voltarsi indietro e rimirare con religioso silenzio le opere di coloro, che liberi dai lacci e i lacciuoli della democrazia, ebbero modo d'affermare la monumentalità e l'imponenza della volontà superiore tipicamente latina e romana sull'Europa intera, Noi medesimi non possiamo che sentirci chiamati, per amore della Verità, a sentirci eredi della fatica degli antichi. Ma ahinoi, nel nostro ventunesimo secolo, era del lassismo, dello svuotamento di palle da parte del politicamente corretto e dal buonismo derivante dalla debolezza di chi si lascia ammaliare dai lamenti del debole, è evidente che non v'è posto per l'augusteo sogno di una Roma Caput Mundi, di un Campidoglio che prende l'Everest da dietro la nuca e lo invita a bere dal Tevere come un guerriero farebbe con la donna che ha scelto come suo riposo. Ma non disperate, camerate e compagni, perché il Creatore non lascia le sue creature in balia dei lupi e delle fiere (o in questo caso, in balia dei coniglietti e dei cerbiatti, che vincono grazie alla moltitudine, non certo grazie alla fierezza e alla superiorità). Ebbene è di nuovo alla Città Eterna a cui la speranza di un domani glorioso si deve rivolgere, poiché un imperatore biancovestito veglia sul popolino indottrinato e illuso dall'idea balzana, bislacca e da figli di puttana che si possa scegliere e votare il proprio condottiero, come se questo non potesse da solo imporsi su tutti grazie al suo carisma e alla sua naturale statura morale. Il Vescovo di Roma per ora si fa forza solo di una sola spada, quella del potere sulle anime, ma ben nasconde, ne sono convinto, la spada del potere temporale in quella San Pietro che per sua natura è chiamata ad essere ovile del Mondo. Arriverà il giorno in cui quella spada sarà di nuovo impugnata, che una nuova stirpe carolingia legherà il proprio nome al nome del mondo indissolubilmente, che gli infedeli saranno battuti e il Santo Sepolcro liberato, che la Britannia e le Americhe torneranno ad essere terra di conquista e non di conquistatori. E quando quell'uomo della Provvidenza arriverà, sarà compito di noi uomini dalla superiore statura morale cedere la forza del nostro braccio per sottomettere il debole e diventare partecipi e protagonisti della nuova Storia dell'Europa, cioè del Mondo.
Antidemocratici di tutto il mondo, UNITEVI!
Il Tidide Diomede
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