sabato 27 febbraio 2016

Piano strategico per la conquista del Perlage

Il motivo per cui abbiamo deciso di conquistare il Perlage è del tutto indifferente. Resta che il Perlage vuole conquistato e trasformato in un bordello algerino: abbiamo già mille troie arabe esperte in tutti i vizi!

NOTA: TUTTO IL PIANO SI BASA SUL FATTO CHE NESSUNO S'ASPETTA UN ATTACCO.

Il Perlage si presenta come un locale d'angolo, una sorta di baluardo della Pomposa, la forma spigolosa lo rende allo spirito qualcosa di iperviolento e pericoloso. 
Le nostre informazioni ci dicono che all'interno ci sono solitamente quattro baristi e una folla di clienti inutile, smaniosa di caipiroska alla fragola.  
Un carro armato che spara chiese barocche si presenterà al centro della Pomposa venendo da via del Taglio: il primo colpo sparerà San Pietro (precedentemente rubata) in alto, come colpo d'avvertimento.
Lo sguardo atterrito di un milione di cattolici guarderà il volo fatale della Chiesa verso le stelle e il papa dall'alto dirà: 'Il piccolo Principe è sopravvalutato'.
Questo darà inizio al combattimento.
Nella distrazione generale cinquecento aristocratici francesi giungeranno da via Emilia condotti da Giovanna d'Arco a cavallo e piomberà sui lati del Perlage.

Useremo inoltre nell'attacco:
-Un contingente di nubiani armati di quadri di pittori italiani
-La Wiener Philaharmonike armata di Wagner
-Mille libertini codardi, ma con la smania per l'eccesso (utili solo per gestire al meglio il saccheggio)

Il Perlage viene circondato, ovunque infurierà la battaglia.
Il combattimento più aspro sarà chiaramente ai tavolini dove l'utilizzo degli aristocratici francesi a cavallo diventerà totalmente inefficace: dopo il primo lancio di caipiroska contro il nostro esercito e lasciata Giovanna d'Arco a consultare Dio, manderemo Boccioni a disegnare linee iperviolente sul pavimento per distruggere la resistenza dei clienti inutili smaniosi di caipiroska.

Ovunque echeggerà Wagner.

Una nuova chiesa verrà sparata: questa volta sant'Ivo alla Sapienza.

All'interno i baristi come principi rinascimentali comanderanno la legione dei clienti inutili smaniosi di caipiroska: avranno avuto il tempo di organizzare la difesa e di leggere l'arte della guerra di Sun Tzu e di imparare il cinese e l'arte calligrafica ad esso legata; qui entrerà in battaglia l'esercito di nubiani armati di quadri di pittori italiani: le tele di Leonardo saranno le prime utilizzate nella mattanza. Ovunque magnifiche schiave spargeranno papaveri, garofani e rose rosse per ricordare che i fiori fanno schifo come il sangue. 

I nubiani, in quanto negri, speriamo muoiano tutti.

A lato ci sarà David a dipingere in maniera neoclassica la scena della battaglia.

Infine ci si presentano due possibilità: assediare per dieci anni il bancone del bar e fare scrivere un poema su di noi al cadavere di Omero (precedentemente rubato), oppure sparare la chiesa di San Carlo alle quattro fontane.
Noi propendiamo per la seconda opzione.

In ogni caso, conquistato il Perlage, issare la bandiera della Libia di Gheddafi sul portone per confermare la conquista.

Antonio De Oliveira Salazar

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