In quest'ora meridiana di indolenza, in questo secolo di bassezze e piattezza dove il singolo è bolo per la massa annichilente, in questa nostra epoca matrigna, maestra di stupidità e indifferenza, si leva alto il grido degli intellettuali antidemocratici contro.La nostra è una risposta aristocratica all'anticonformismo piccolo borghese -semplice balbuzie commerciale- per distinguerci dal grigio diluvio sociale, non per inutile moda, bensì per amore estetico.Non desideriamo differenziarci dalla melma per angosce di formica, ma per ridare dignità all'essere umano: per rivedere la società come insieme di individui e non come fogna sulla quale cercare di galleggiare come stronzi.Ricerchiamo finezza, profondità e acutezza di pensiero per fare della cultura amante fedele e non donna da trivio. Qui il nostro manifesto programmatico:
- Ricerca del bello. Per necessità.
- La libertà come stile di vita.
- Rispetto per l'umanità distinta e fedele a se stessa.
- Amore per la leggerezza.
- Rifiuto dei buoni sentimenti. Sgorgo intestinale del piccolismo popolare.
- Rigetto dell'atteggiamento ruffiano dominante la cultura dell'ultimo quarto di secolo.
- Rifiuto della morale, paccotiglia inzuppabile per tè vittoriani.
- Rigetto di tutte le arti non liberali.
- Disprezzo delle semplificazioni stupranti.
- Disprezzo per gli inutili formalismi, orpelli sociali che appesantiscono voli pindarici e riflessioni astratte.
- Disprezzo della debolezza.
- Rifiuto dell'inerzia.
- L'incoerenza come sintomo di immensità.
L'Antidemocratico, in quest'epoca di decadenza, figlio delle fiacchezze del secolo, presta polmoni e sangue per ridare midollo e schiena al nostro tempo, per non perire della satrapica mollezza in cui è adagiato l'occidente, per affrontare con nobile fierezza il crepuscolo della civiltà.