mercoledì 30 ottobre 2013

Caccia alla volpe in autunno

Cadaveri in giallo decompongono il suolo. La belva rossa fugge calpestando la carcassa della primavera finalmente decisasi al suicidio. Uomini e cavalli fulmini. Mastini d'abisso corrono. Bocche. Olfatto. Fucili. Febbre omicida. Caccia. In essa tutto. Virtù achea liquida. Nella volpe rossa la grandezza. Si bracca il bello: per l'altro c'è il bastone.
L'animale supera il fiume per dimenticare l'odore. Istinto. Foga. Si supera. Si ritrova la traccia. Suono di corno sordo. La foresta urla. L'amante di quello stronzo del piccolo principe è rincorsa dal suo stesso cadavere...
La caccia alla volpe in autunno è l'unica forma d'arte. La sola possibilità umana di salvezza. Nell'atmosfera di morte decadente si insegue il sublime -l'eccezionale- per strangolarlo e crocifiggerlo sulla pagina. Alcuni meschini, o narcisi, o cristici pazzi!, catturata la fiera, la espongono alla massa fagocitante, urlante, bramosa di dilapidarne il valore con i loro occhi famelici senza aver capito un cazzo della morte, della violenza e dell'autunno...
Quando si afferra il sublime bisogna bruciarlo e tornare nel delirio della foresta urlando.


António de Oliveira Salazar

giovedì 17 ottobre 2013

Manifesto dell'Antidemocratico

In quest'ora meridiana di indolenza, in questo secolo di bassezze e piattezza dove il singolo è bolo per la massa annichilente, in questa nostra epoca matrigna, maestra di stupidità e indifferenza, si leva alto il grido degli intellettuali antidemocratici contro.La nostra è una risposta aristocratica all'anticonformismo piccolo borghese -semplice balbuzie commerciale- per distinguerci dal grigio diluvio sociale, non per inutile moda, bensì per amore estetico.Non desideriamo differenziarci dalla melma per angosce di formica, ma per ridare dignità all'essere umano: per rivedere la società come insieme di individui e non come fogna sulla quale cercare di galleggiare come stronzi.Ricerchiamo finezza, profondità e acutezza di pensiero per fare della cultura amante fedele e non donna da trivio. Qui il nostro manifesto programmatico:
  • Ricerca del bello. Per necessità.
  • La libertà come stile di vita.   
  • Rispetto per l'umanità distinta e fedele a se stessa.
  • Amore per la leggerezza.
  • Rifiuto dei buoni sentimenti. Sgorgo intestinale del piccolismo popolare.     
  • Rigetto dell'atteggiamento ruffiano dominante la cultura dell'ultimo quarto di secolo. 
  • Rifiuto della morale, paccotiglia inzuppabile per tè vittoriani.
  • Rigetto di tutte le arti non liberali.
  • Disprezzo delle semplificazioni stupranti. 
  • Disprezzo per gli inutili formalismi, orpelli sociali che appesantiscono voli pindarici e riflessioni astratte.
  • Disprezzo della debolezza.
  • Rifiuto dell'inerzia.
  • L'incoerenza come sintomo di immensità.
L'Antidemocratico, in quest'epoca di decadenza, figlio delle fiacchezze del secolo, presta polmoni e sangue per ridare midollo e schiena al nostro tempo, per non perire della satrapica mollezza in cui è adagiato l'occidente, per affrontare con nobile fierezza il crepuscolo della civiltà.