-Pezzo di merda, potresti fumare un po' più fuori dalla finestra?-
Il gran visir borbotta qualche blasfemia e si sporge fuori dalla finestra sognando un terrazzino, un'epoca mite e un'odalisca per cui ammazzare Giovanni Battista.
L'ayatollah riflette.
Si rigira tra il rosso delle porpore e lo sfondato dei divani. Il turbante è nero. La barba bianca. Il vestito buio.
-Prenda nota gran Visir: voglio educare alcuni agenti dell'Islam inc. che vadano in giro per le strade dell'Occidente a pugnalare cani domestici per strada.
-Scrivo.
L'ayatollah è soddisfatto.
-Scriva: si devono mangiare solo granaglie scondite e fare stretching per vivere.
-In che senso?
-Nel senso che Allah Dio cane.
-Ah...
L'ayatollah s'eclissa un attimo.
-...E' una regola di vita. Lei ha mai sentito parlare di regole di vita?
-L'unica regola di vita che conosco e' che devo finire un pacchetto morbido di camel blu al giorno.
L'ayatollah si mette a leggere un libro di teoria dei numeri e chiude la conversazione. Una volta aveva detto che la teoria dei numeri era un modo per interpretare il Corano. Le parole esatte erano state:-Il teorema di Fermat si dovrebbe chiamare 'la prova matematica della giustizia della Shari'a'.
Il Gran Visir canticchia qualcosa agli alberi persiani fuori dal palazzo coabitato nella Teheran rigurgitante abitanti e pensa che l'ayatollah assomiglia terribilmente a San Francesco.
Una formica inizia a camminare tra le mattonelle. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra.
L'ayatollah le guarda seccato e con un briciolo di angoscia nel lago del cuore (galleggia (il briciolo di angoscia) inquietante come un pesce siluro morto nel Po). Pensa che ha fatto la rivoluzione in Iran e può anche annientare delle cazzo di formiche. Le guarda da vicino. Le studia. Le segue. Loro lo fissano. Sono solo come tanti piccoli occidentali spaventati dalle sopracciglia a punta del cuore dell'Islam. L'ayatollah sta a culo per aria.
-Ayatollah cosa fa?
Silenzio.
-Cosa fa?
-Sto leccando la figa mestruata di Oriana Fallaci.
Il Gran Visir torna a guardare fuori, mentre pensa a che gusto puo' avere la figa mestruata di Oriana Fallaci. Giunge alla conclusione Verde smeraldo affumicato.
L'ayatollah inizia a schiacciare le formiche con i polpastrelli, ma per ognuna che ne ammazza cento gli si infilano nel turbante. Usa i piedi. Scalcia. Si distribuiscono ovunque. Tira fuori un vecchio AK47 e inizia a sparare pieno d'ira contro le formiche. Quelle muoiono, ma sono infinite. Iniziano a riempire la stanza. Allah interviene, schiocca le dita e ne muoiono un miliardo, ma non finiscono. Il Gran Visir inizia a fumarle nel narghile', ma per quanto fumi insetti, questi si centuplicano. La stanza si riempie di fumo viola carne di formica e di insetti neri.
L'ayatollah si siede e guarda il disastro in cui e' piombato l'appartamento nel coabitato di Teheran rigurgitante di abitanti e si mette a fare stretching indifferente all'ansimare della massa che lo vuole schiacciare.
L'Islam galleggia nell'aria come un formichiere alato che cerca bombe atomiche.
Antonio De Oliveira Salazar