POSITIVISTA: “Grazie, Futuro. Le assicuro che è fin troppo cortese nel valutare il mio operato.”
IL FUTURO: “I miei figli mi hanno riferito che il suo modo di esporre la matematica è veramente chiarissimo. Pensi che, giusto la scorsa settimana, ho scoperto che uno di loro stava tentando di risolvere un esercizio non assegnato dall'insegnante.”
POSITIVISTA: “Magnifico! È fantastico che esistano studenti come suo figlio: c’è sempre una speranza di migliorare i risultati conseguiti dai maestri. Specie dei miei.”
IL FUTURO: “Ah ah ah! Non sapevo avesse anche un grande senso dell’umorismo!”
POSITIVISTA: “Veramente, non intendevo ironizzare sulla questione: i suoi figli, signor Futuro, sono una cosa estremamente seria.”
IL FUTURO: “Lei sia serio, signore mio! Lei e i Maestri Antichi siete quanto di più raffinato la nostra cultura possa offrire: avete un dono che nessuno di noi potrà mai avere.”
POSITIVISTA: “E quale sarebbe questo ‘dono’?”
IL FUTURO: “Be’, mi stupisce che lei me lo chieda: siete ‘portati’ per ciò che studiate.”
POSITIVISTA: “Non capisco cosa intenda.”
IL FUTURO: “Non si prenda gioco di me, signor Positivista. Molti suoi colleghi ritengono che la mente di alcuni individui sia già predisposta all'apprendimento e che, ad essi, determinati concetti appaiano semplici quanto per una Persona Normale lo sono aspetti quotidiani come orinare, defecare ed accoppiarsi.”
POSITIVISTA: “Posso concederle il fatto che alcune Menti siano predisposte ad apprendere con meno difficoltà di altre, e dunque avere più tempo di altre per Creare qualcosa di nuovo. Ma ciò non significa che molti di Noi non abbiano dovuto applicarsi per anni prima di arrivare a qualche vago risultato: io stesso, per capire il basilare concetto di limite matematico (che è comunque un potente ma passeggero strumento matematico, intuito trecento anni fa ma formalmente definito solamente cent’anni dopo, e che sicuramente sarà superato tra qualche migliaio di anni) ho impiegato tre lunghi anni. Le assicuro che se i suoi figli si applicassero sei ore al giorno per dieci anni ad un determinato compito, in esso eguaglierebbero molti Maestri Antichi di quella stessa arte.”
IL FUTURO: “E come prenderebbero la rinuncia ai giochi e alla televisione, secondo lei? Lei vive di strane idee: non deve sopportare i loro capricci e le liti in casa.”
POSITIVISTA: “Touché. Ma le assicuro che l’entusiasmo e la sicurezza che traspaiono dagli occhi dei suoi figli quando riescono a risolvere un’equazione di secondo grado potrebbero leggersi, un giorno, negli occhi di un Grande Uomo.”
IL FUTURO: “Scusi, cosa intende con Grande Uomo?”
POSITIVISTA: “Vede, grazie ai Maestri Antichi, oggi si può disporre di molteplici possibilità soddisfattibili, che un tempo erano ambizioni anche per i più potenti tra gli uomini. Tra queste, per ciascuno si annida un’occasione di essere felice; naturalmente, questa occasione costa qualche sacrificio in termini di tempo ed altre possibilità che vengono scartate. Un Grande Uomo è una persona a cui questa abbondanza non è venuta a noia, e che si è preso il rischio di scegliere.”
IL FUTURO: “Una quantomai bizzarra filosofia, la sua. Interessante, certo, ma si assicuri semplicemente che i miei figli non debbano essere rimandati: io e mia moglie, la signora Storia, la paghiamo per questo servizio.”
Hirohito