lunedì 11 maggio 2015

Pamphlet conato standard

Guardo al cielo e la prof di scienze del liceo si è ficcata nella figa l'incertezza di Dio per squirtare la parallasse.
Avrei dovuto spararle. 
Avrei voluto essere educato da un gesuita.
-Dimmi la genealogia di Gesù.
Non la so. 
-Fai cinquanta flessioni.
O colti o enormi.
Mi sono fatto derubare del concetto di violenza spontanea. 
Sì, quel valdese crede in un'altra cosa, ma vuoi fargliene una colpa?
È la sua tradizione vuoi forse crocifiggerlo?
Voglio vedere il suo corpo mangiato dalle cagne fuori dalle mura.

Che fine ha fatto il delitto d'onore?

L'odio è un sentimento che abbiamo ammazzato. Che ci hanno ammazzato. Il sangue ribolle poco nelle linee tonde della ragionevolezza. Dobbiamo pensare prima di agire. Dobbiamo chiedere scusa perché ci siamo. Dobbiamo dire grazie per quello che riceviamo.
Il mio trittico è:
TUTTO È MIO
SPARA E POI CHIEDI
VIVI E NON LASCIARE VIVERE

Vuoi distrarti? Guarda un film: emozioni di seconda mano. Hanno chiuso le fumerie d'oppio e i bordelli cinesi perché i soldatini della mediocrità hanno detto che hanno vinto ed erano troppo deboli e troppi perché qualcuno se la sentisse di dirgli qualcosa.

Pezzi di merda. Avete paura di mandarlo in tiro mentre vi pisciano in faccia.

-I buoni siamo noi. Famiglia, lavoro e casa: sicurezza. 
Se non volevi vivere bastava dirlo. Ci sono i plotoni d'esecuzione apposta. 
HAREM, MOLLEZZE, PALAZZI: GUERRA.

Felicità obbligatoria. Felicità di seconda mano. Felicità igienica. Sorrido mentre annaffio i gerani e guardo quelle quattro stronzate che ho in casa. Ma vuoi mettere bruciare il Louvre? 

Ma sugli spalti dei nemici della mediocrità ci sono mediocri. La peste nel duemila è questa. Siamo tutti infetti. La differenza tra noi e voi e che noi aspettiamo che il morbo ci uccida.

A Orano si sta male.

Dio benedica il re di Portogallo. 

Antonio De Olivera Salazar